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Un nuovo tipo di analisi PET potrà monitorare con maggiore precisione l’evoluzione del cancro

Nel tumore del polmone non a piccole cellule, che rappresenta dall’85 al 90% di tutti i tumori polmonari maligni, il tasso di replicazione cellulare è direttamente correlato con la formazione di metastasi. L’intensità con cui le cellule tumorali si riproducono, pertanto, è un parametro molto importante per le decisioni terapeutiche. Un’innovativa tecnica di esame computerizzato delle immagini prodotte dalla PET ad alta risoluzione potrebbe ora permettere di valutare questo parametro, raggiungendo un’accuratezza addirittura maggiore rispetto alle biopsie.

La ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica “IEEE Transactions on Radiation and Plasma Medical Sciences”, è stata condotta dal Dipartimento di Fisica Medica ed Ingegneria dell’I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS) in collaborazione con la Huazhong University of Science and Technology di Wuhan, in Cina. Utilizzando modelli animali, i ricercatori hanno sottoposto ad analisi computerizzata le immagini ottenute dalla Tomografia ad emissione di positroni, alla ricerca di particolari caratteristiche che potessero indicare con precisione il tasso di replicazione delle cellule cancerose.

“Abbiamo utilizzato – spiega Nicola D’Ascenzo (nella foto), professore nel Dipartimento di Ingegneria Biomedica della HUST e Responsabile del Dipartimento – il tracciante più largamente usato nelle indagini PET: il fluoro-desossiglucosio, un radiofarmaco analogo al glucosio che indica l’attività metabolica delle cellule. Ma questo dato, considerato da solo per l’intera massa tumorale, non risulta molto accurato nel determinare quanto le cellule stiano proliferando. Per questo motivo abbiamo cercato in dettaglio nelle immagini alcune particolari caratteristiche, una ‘trama’ (texture) potremmo dire, che potesse correlarsi con l’effettivo stato di replicazione cellulare”.

L’analisi computerizzata delle immagini del tumore ha proprio permesso di trovare una specifica caratteristica capace di indicare quel parametro.

“In questo modo – continua D’Ascenzo – stiamo estraendo maggiori informazioni dall’esame PET, e possiamo capire con notevole precisione come si sta evolvendo il tumore. L’obiettivo è di avere risultati paragonabili, o superiori, a quelli che oggi si ottengono dalle biopsie. La stessa tecnica potrebbe poi permetterci, in futuro, di individuare ulteriori caratteristiche capaci di indicare gli effetti che stanno avendo le terapie antitumorali. È un ulteriore passo verso una medicina personalizzata che si adatti continuamente alle effettive necessità del paziente”.

Il Direttore scientifico prof. Luigi Frati aggiunge che “la strategia terapeutica deriva direttamente dallo staging di un tumore, cioè dalla sua ‘entità-massa’ e dalle sue caratteristiche: il poter predire se ha capacità metastatizzanti è decisivo nella impostazione terapeutica e nei risultati di sopravvivenza, specie in tumori – come quelli del polmone – per i quali non sempre le cure danno risultati apprezzabili in termini di sopravvivenza. Questi studi, che hanno la collaborazione preziosa dell’Università di Roma Tor Vergata, rappresentano un avanzamento davvero importante”.

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