MioDottore presenta i risultati dell’indagine svolta su un campione di 1.000 pazienti per comprendere la percezione sull’uso dell’Intelligenza Artificiale in ambito sanitario, realizzato in collaborazione con la società di ricerca Datanalysis.
L’uso della tecnologia nella gestione della salute è una realtà consolidata per molti pazienti intervistati. Il 79% del campione dichiara di aver utilizzato strumenti digitali come app per prenotare visite, servizi di teleconsulto o dispositivi di monitoraggio. Tuttavia, emergono alcune differenze territoriali. Nel Nord Ovest la percentuale è dell’82%, mentre scende al 75% nel Sud e nelle Isole. Anche i servizi basati sull’Intelligenza Artificiale stanno entrando sempre più nella quotidianità. Infatti, il 67% del campione afferma di aver già interagito con assistenti virtuali, chatbot medici o app per il monitoraggio della salute. Anche in questo caso, si nota una lieve disparità geografica, con un picco del 70% nel Nord Ovest con un ridimensionamento al 61% nel Sud e nelle Isole. Questi dati suggeriscono un interesse crescente per la digitalizzazione della sanità se pur con un divario nell’accesso a tali strumenti.
L’adozione degli strumenti digitali in sanità è sempre più diffusa, ma la conoscenza dell’Intelligenza Artificiale in questo ambito deve fare ancora un passo avanti. Solo il 5% dei pazienti si considera molto informato sull’argomento, mentre il 61% dichiara di avere una conoscenza ancora superficiale. Un paziente su tre non ne sa nulla, con una maggiore incidenza nelle regioni del Sud e delle Isole. Tuttavia, questo non si traduce in diffidenza: il dato suggerisce piuttosto un ampio margine di crescita nella familiarità con queste tecnologie.
Anche la percezione dell’IA come supporto al medico riflette questa apertura: il 76% dei pazienti mostra un atteggiamento pressoché neutrale, un chiaro segnale che, pur non avendo ancora una conoscenza approfondita, non vi è una chiusura preconcetta. Il 13% si sente già a proprio agio all’idea che il proprio medico faccia ricorso a questo tipo di tecnologia, mentre solo l’11% si dimostra diffidente. Questi dati indicano che la strada della comprensione è ancora lunga, ma il contesto è favorevole: con una maggiore informazione e sensibilizzazione, sempre più pazienti potrebbero apprezzare i benefici che l’Intelligenza Artificiale può offrire alla sanità.
Tra i pazienti che hanno già sperimentato strumenti basati su Intelligenza Artificiale in ambito sanitario, le opinioni sono in larga parte favorevoli. Il 25% degli utenti ha espresso un giudizio molto positivo, mentre un ulteriore 33% descrive l’esperienza come buona, segno di un impatto percepito già oggi come significativo. Il 21% ha valutato l’esperienza come apprezzabile, e il 14% come discreta, a conferma di una crescente apertura e di un atteggiamento generalmente costruttivo nei confronti di queste tecnologie. Solo una piccola parte ha avuto un’esperienza molto negativa. Questi dati mostrano chiaramente come l’Intelligenza Artificiale sia già in grado di offrire esperienze soddisfacenti alla maggioranza dei pazienti, e come la sua accettazione sia fortemente legata alla qualità dell’interazione e all’efficacia percepita degli strumenti digitali adottati.
L’Intelligenza Artificiale è destinata a ricoprire un ruolo sempre più centrale nella sanità dei prossimi anni. Già oggi, una parte significativa dei pazienti guarda con fiducia al suo potenziale: il 21% degli intervistati è convinto che la tecnologia migliorerà sicuramente la precisione diagnostica, mentre il 33% prevede un impatto positivo. Una parte del campione, pari al 26%, non ha ancora una posizione definita, mentre il 20% si mostra più scettico o contrario all’idea.
Le aspettative dei pazienti si concentrano soprattutto su ambiti pratici e immediatamente percepibili: il 22% indica come prioritaria la semplificazione dei processi di prenotazione e refertazione, seguita da una maggiore precisione diagnostica e dalla possibilità di personalizzare i trattamenti. Più contenute, invece, le attese rispetto al miglioramento della qualità dell’assistenza o alla riduzione degli errori umani e all’aumento dell’aderenza terapeutica. Questi dati suggeriscono che, al momento, l’Intelligenza Artificiale è apprezzata soprattutto per il suo contributo organizzativo, ma mostra già un potenziale promettente anche in ambito clinico.
Nonostante alcune incertezze, l’interesse verso l’adozione di strumenti digitali avanzati è elevato. Il 79% dei pazienti vorrebbe accedere ad assistenti virtuali o applicazioni personalizzate per monitorare la propria salute, a condizione che siano facili da usare o altamente efficaci. Solo il 21% preferisce mantenere esclusivamente il rapporto diretto con il medico, senza il supporto della tecnologia.
L’indagine evidenzia un contesto favorevole all’innovazione: l’Intelligenza Artificiale e le soluzioni digitali stanno già entrando nel percorso di cura e vengono percepite come strumenti in grado di migliorare l’efficienza e la personalizzazione della sanità. La maggior parte dei pazienti ha già avuto esperienze dirette con queste tecnologie e ne riconosce il valore, soprattutto sul piano gestionale.
Permangono, tuttavia, alcune perplessità legate all’affidabilità, alla tutela della privacy e al timore di una riduzione del contatto umano.
Perché l’IA sia vissuta come un valore aggiunto reale, sarà fondamentale investire in informazione, formazione e strumenti semplici e accessibili, costruendo un equilibrio tra innovazione tecnologica e relazione umana nella cura. L’Intelligenza Artificiale rappresenta una grande opportunità per una sanità più moderna, efficiente e centrata sul paziente. Il suo successo dipenderà dalla capacità di integrarla con sensibilità nel percorso di cura, senza perdere di vista il ruolo centrale del medico.