Home News Mercato Biomed e Pharma I trend del settore health tech nel 2025

I trend del settore health tech nel 2025

0

Royal Philips ha individuato i principali trend in ambito health tech che mostrano il potenziale dell’innovazione per aiutare i sistemi sanitari a fornire cure migliori a un maggior numero di persone, in modo sostenibile.
Di fronte alla continua carenza di personale, gli operatori sanitari ritengono che l’automazione e l’intelligenza artificiale generativa possano aiutali a ridurre il loro lavoro amministrativo, sollevandoli da compiti ripetitivi in modo da avere più tempo da dedicare ai pazienti.
L’IA generativa è emersa come un potente strumento a sostegno di questa tendenza, promettendo di aumentare la produttività dei medici in modi che sembravano impossibili solo pochi anni fa. Non c’è da stupirsi che, come emerge dal Future Health Index 2024, l’85% dei leader del settore sanitario in tutto il mondo stia già investendo o preveda di investire in questa tecnologia entro i prossimi tre anni, con un’accelerazione nel 2025.
Già oggi, l’IA generativa può funzionare come assistente virtuale per far risparmiare tempo prezioso agli operatori sanitari, per esempio, utilizzando modelli linguistici per organizzare le note cliniche e semplificare le modalità di comunicazione delle informazioni sui pazienti tra i diversi team. In settori come la cura del cancro, l’IA generativa potrebbe essere un valido supporto nel riassumere lunghi rapporti relativi alla storia clinica del paziente e condividere informazioni immediate, così come nell’accelerare la stesura di referti e tradurre informazioni mediche complesse in termini comuni, per coinvolgere maggiormente i pazienti nel percorso di cura.

Il ruolo dell’IA nell’assistenza sanitaria va oltre l’automazione. Questa tecnologia può accrescere le competenze degli operatori sanitari e aiutarli a semplificare diagnosi complesse. Ad esempio, i recenti progressi dell’IA hanno reso la TC cardiaca più facile da usare, rendendola accessibile a un maggior numero di strutture per aumentare la capacità di fornire cure cardiache di qualità a più persone. Analogamente, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nei sistemi a ultrasuoni consente ai medici di rilevare, diagnosticare e monitorare le condizioni cardiache con maggiore sicurezza ed efficienza. Inoltre, i tecnici meno esperti possono confrontarsi e consultare da remoto esperti per un supporto.
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei trattamenti oncologici contribuisce a migliorare l’assistenza ai pazienti, analizzando l’aumento del rischio di malattie cardiache associato a terapie come la radioterapia e la chemioterapia. Studi dimostrano che le persone adulte sopravvissute a un’ampia gamma di tumori corrono un rischio maggiore del 37% di sviluppare malattie cardiovascolari1. Le più recenti tecnologie di intelligenza artificiale sono in grado di rilevare rapidamente segnali di cardiotossicità nelle prime fasi del processo di
trattamento, automatizzando e accelerando le misurazioni ecocardiografiche. Una migliore riproducibilità e tempi di studio più brevi rendono il processo più efficiente e affidabile, riducendo il rischio di ritardi nel trattamento.

In chirurgia le procedure minimamente invasive continuano a sostituire i tradizionali interventi a cuore aperto, trasformando il modo in cui gli operatori trattano le patologie cardiovascolari, riducendo il dolore e il numero di complicazioni e offrendo ai pazienti un recupero più rapido.
Con l’introduzione di nuove tecnologie nelle cure interventistiche, le procedure mininvasive sono diventate più avanzate, ma anche più complesse. I medici devono raccogliere e analizzare dati provenienti da un’ampia gamma di fonti, come immagini radiografiche 2D dal vivo, ultrasuoni 3D, ultrasuoni intravascolari e misurazioni del flusso fisiologico FFR o iFR, il tutto monitorando attentamente il paziente. L’integrazione di sistemi, software e dispositivi consente ai medici interventisti di trattare i pazienti con maggiore controllo e sicurezza durante ogni fase delle procedure cardiache minimamente invasive.
Le ultime innovazioni nella terapia guidata da immagini offrono anche un’opportunità unica per ampliare l’accesso alle cure salvavita per l’ictus. Ogni due secondi, una persona nel mondo viene colpita da ictus, che rappresenta la seconda causa di morte e una delle principali cause di disabilità a lungo termine. Tuttavia, meno del 5% della popolazione mondiale ha accesso alla trombectomia meccanica, un trattamento minimamente invasivo che si è dimostrato altamente efficace. Philips, in collaborazione con la World Stroke Organization, è impegnata ad ampliare l’accesso a questo tipo di trattamento aumentando il numero di ospedali pronti a intervenire in caso di ictus e formando gli operatori sanitari sulle più recenti tecniche interventistiche.
Nelle aree critiche, il tempo è fondamentale, ma spesso gli operatori sanitari perdono tempo prezioso per raccogliere i dati dei pazienti da fonti diverse. Un approccio orientato verso l’ecosistema del monitoraggio del paziente può aiutare a superare questa sfida, consentendo uno scambio fluido di dati tra tecnologie sanitarie di diversi fornitori. In questo modo si rende disponibile una visione unificata e standardizzata del paziente, accessibile da qualsiasi punto dell’ospedale.
L’integrazione dei dispositivi medici e l’interoperabilità neutrale tra i fornitori di tecnologie per le aree critiche, che nel 2025 avrà un ulteriore sviluppo, stanno già aiutando le organizzazioni sanitarie a migliorare l’efficienza clinica e l’accuratezza dei dati, consentendo al personale di concentrarsi sull’assistenza del paziente. La promozione di standard comuni di interoperabilità tra i partner del settore migliorerà ulteriormente questo approccio, fornendo ai sistemi e ai dispositivi un linguaggio comune per “dialogare tra loro”, in modo che le informazioni sui pazienti possano essere condivise ancora più facilmente.
Abbattendo i silos di dati, assisteremo anche a un ulteriore sviluppo di algoritmi in grado di aiutare gli operatori a prevedere e prevenire gli eventi avversi dei pazienti. Stiamo appena iniziando a esplorare il potenziale dell’analitica avanzata nelle aree critiche, utilizzando regole intelligenti per fornire alle équipe medica allarmi efficaci per gli eventi urgenti. In futuro, l’intelligenza artificiale offrirà indicazioni sempre più personalizzate, confrontando il quadro completo del paziente con migliaia di casi simili per aiutare a determinare l’intervento migliore per ciascun soggetto.
L’assistenza sanitaria è responsabile del 4,4% delle emissioni globali di CO23, più dell’industria aeronautica e navale. L’intelligenza artificiale potrebbe aiutare ad analizzare le catene di fornitura e a identificare le aree da migliorare per limitare gli sprechi, oltre a contribuire a ridurre il consumo di energia per scansione del
paziente in ambito imaging, aumentando la velocità dell’esame. Tuttavia, c’è una crescente consapevolezza della necessità di innovazioni e modelli di IA sostenibili.
La generazione, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati richiedono infatti grandi quantità di energia, oltre all’acqua impiegata per raffreddare i data center, il tutto contribuendo all’impronta di carbonio dell’assistenza sanitaria. Il consumo energetico dell’IA aumenta annualmente tra il 26% e il 36% e potrebbe triplicare entro quattro anni4. Si prevede, inoltre, che l’IA generativa genererà fino a 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici entro il 2035. Le aziende riconoscono che con la digitalizzazione dell’assistenza sanitaria e l’impiego dell’IA sia essenziale gestire al meglio e ridurre al minimo il fabbisogno di energia, materiali e risorse naturali come acqua per garantire il minimo impatto sull’ambiente.
Inoltre, il 71% dell’impronta di carbonio dell’assistenza sanitaria deriva dalle catene di fornitura attraverso la produzione, il trasporto e lo smaltimento di beni e servizi6. Ridurre queste emissioni dell’Ambito 3 può avere un impatto sette volte superiore rispetto agli interventi diretti sulle strutture sanitarie. Alcune aziende, come Philips, stanno lavorando direttamente con i propri fornitori per garantire il rispetto degli standard ambientali e l’adozione di pratiche sostenibili, producendo un effetto a catena positivo sull’intera catena del valore della sanità.
L’adozione di pratiche circolari come il ricondizionamento dei dispositivi medici, che privilegiano l’utilizzo di meno risorse e materie prime e la riduzione di rifiuti stanno emergendo come pratiche efficaci. Sia i prodotti di consumo che i dispositivi medici ricondizionati offrono infatti alternative sostenibili ed efficienti in termini
di costi senza comprometterne le prestazioni. Si prevede che il mercato dei dispositivi medici ricondizionati crescerà da 17,05 miliardi di dollari nel 2024 a 30,78 miliardi di dollari entro il 2027.
Di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici, che impattano sulla salute in diversi modi, i sistemi sanitari devono diventare resilienti, adottando energie rinnovabili, migliorando le infrastrutture e implementando sistemi di allerta precoce, per garantire un’assistenza sanitaria continua ed efficace, anche in caso di disastri climatici.

Exit mobile version