Una crescita esponenziale che ha portato nel giro di quattro anni di lavoro a coinvolgere più di 70 centri di ricerca su tutto il territorio e a custodire i dati di oltre 8mila pazienti italiani con tumore al polmone. È quella che ha permesso al progetto ATLAS-la prima piattaforma italiana che sistematizza le informazioni relative alle mutazioni a carico di alterazioni molecolari che rappresentano biomarcatori predittivi positivi di risposta al trattamento per i pazienti affetti da tumore al polmone – di diventare lo strumento di riferimento per i professionisti sanitari che operano in questo settore. Grazie a questa informazione e alla collaborazione massiva, i pazienti possono beneficiare di riflesso delle cure più adatte alla loro condizione. Con lo scopo di consolidare questo patrimonio di conoscenze, è nata la Fondazione ATLAS, ente del Terzo Settore, che oltre alla facilitazione della sinergia esistente tra le più di 70 istituzioni italiane che lavorano nell’ambito della ricerca biologica, biomedica, medica e farmacologica, ha come obiettivo anche l’attività di promozione della cultura nell’ambito della patologia molecolare e della medicina di precisione.
“La nascita della Fondazione è un’opportunità importante per rafforzare il nostro impegno nei confronti della ricerca e dei pazienti. Il nostro è un network democratico dove ogni centro che partecipa può promuovere un’idea di ricerca che viene poi tradotta nella fotografia di un sottogruppo di pazienti con tumore polmonare – afferma Domenico Galetta, Presidente della Fondazione – È una banca dove ognuno mette della ricchezza, in termini di dati molecolari e clinici, da cui trarre beneficio sul fronte della ricerca e della pratica”.
I benefici di questa grande sinergia vanno a vantaggio dei pazienti, perché maggiori sono le conoscenze che si accumulano su target molecolari e attività dei farmaci, migliori sono le possibilità di essere curati in maniera efficace. ATLAS è infatti l’unica piattaforma italiana dove i dati molecolari vengono associati a quelli clinici. “In questi anni, la collaborazione, tra i gruppi di ricerca che aderiscono ad ATLAS, ha portato alla realizzazione di 20 presentazioni nazionali e internazionali e 10 pubblicazioni su riviste con un impact factor rilevante. Abbiamo vinto uno dei grant che AIFA ha stanziato per la ricerca indipendente e il database è usato anche da altri enti o fondazioni attivi nella ricerca oncologica, come AIRC”, sottolinea Silvia Novello, Vicepresidente della Fondazione.
Nel 2023 sono stati stimati oltre 44mila nuove diagnosi di tumore al polmone. Sebbene i numeri di questa malattia oncologica siano grandi, molte delle mutazioni che vengono individuate interessano pochi pazienti. Ecco perché è fondamentale avere a disposizione una piattaforma come ATLAS dove si possono trovare informazioni su come è stato trattato un tumore che presenta una specifica mutazione o per sapere in quale centro sono attive sperimentazioni adatte proprio a quel tipo di tumore. “Non solo a livello italiano. Per come è stato pensato e sviluppato, ATLAS può essere confrontato con altre piattaforme internazionali, ampliando così l’impatto scientifico e clinico delle nostre ricerche – spiega Umberto Malapelle, Vicepresidente della Fondazione – La nostra ambizione è quella di fare la differenza per i medici e per i pazienti quando si tratta di tumore al polmone che presenta una mutazione. Ma non vogliamo fermarci a questo tipo di malattia oncologica e la nascita della Fondazione ci permetterà di espandere l’orizzonte di cura per i pazienti, così che un numero sempre maggiore di pazienti possa beneficiare di un trattamento mirato”.