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“Controversies in Genitourinary Tumors”: a Milano le ultime novità nella lotta ai tumori genitourinari

Al via presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il congresso internazionale “Controversies in Genitourinary Tumors”.
L’evento rappresenta un’occasione di confronto tra esperti oncologi, urologi e ricercatori di fama internazionale per discutere i progressi più recenti nella diagnosi e nel trattamento dei tumori genitourinari come il tumore alla prostata, alla vescica e al rene.

Tra le principali innovazioni presentate al congresso spicca il protocollo di prevenzione avviato presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il progetto punta a una diagnosi precoce dei tumori genitourinari, in particolare del tumore della vescica e delle vie urinarie, grazie a test non invasivi che analizzano il sangue presente nelle urine come potenziale indicatore di neoplasie.
Accanto a questa analisi, vengono studiati anche specifici biomarcatori tumorali, con l’obiettivo di: identificare la malattia nelle sue fasi iniziali, quando è più trattabile; ridurre esami non necessari, migliorando la precisione diagnostica; monitorare i pazienti a rischio con strumenti pratici e accessibili.
Questo approccio innovativo riduce l’invasività degli esami, facilita l’individuazione dei pazienti che necessitano di approfondimenti e apre la strada a una prevenzione sempre più personalizzata ed efficace.

I risultati più recenti sulla mutazione BRCA, ribattezzata “gene Jolie” in riferimento all’attrice Angelina Jolie, evidenziano il legame tra i tumori femminili (seno e ovaie) e maschili, in particolare il tumore alla prostata.
Come spiega il Professor Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata e dell’Oncologia Medica Genitourinaria presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori: “Gli uomini dovrebbero verificare se nella loro famiglia ci sono stati casi di cancro al seno, perché potrebbero essere portatori della mutazione BRCA e quindi a rischio di sviluppare un tumore alla prostata”.
Il test genetico per identificare la mutazione BRCA è fondamentale nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico, poiché consente di indirizzare il trattamento verso terapie mirate. I PARP inibitori, farmaci innovativi per i pazienti con questa mutazione, migliorano la sopravvivenza, rallentano la progressione della malattia e garantiscono una migliore qualità di vita. Studi in corso valutano l’utilizzo di questi farmaci in stadi più precoci della malattia e in combinazione con altri trattamenti, ampliando i benefici anche a pazienti privi della mutazione BRCA.

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha appena approvato la rimborsabilità di olaparib, in associazione con abiraterone e prednisone, come trattamento di prima linea nei pazienti con carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione e mutazioni BRCA 1/2.
I dati dello studio PROpel dimostrano che questa combinazione riduce il rischio di morte del 71% e aumenta la sopravvivenza globale a 42,1 mesi rispetto ai 34,7 mesi con il solo abiraterone. Procopio sottolinea come questa approvazione rappresenti un passo avanti per migliorare la qualità di vita dei pazienti e ottimizzare il controllo dei sintomi.
Il test genetico per le mutazioni BRCA diventa quindi essenziale non solo per la scelta terapeutica, ma anche per avviare consulenze oncogenetiche ai familiari dei pazienti.

I tumori genitourinari – prostata, vescica e rene – rappresentano una sfida importante per l’oncologia moderna. In Italia si registrano ogni anno: oltre 40.000 nuovi casi di tumore alla prostata, il tumore più frequente tra gli uomini; 29.000 diagnosi di tumore alla vescica, con una maggiore incidenza tra i fumatori; 13.500 casi di tumore del rene e delle vie urinarie, in costante aumento.

Sebbene questi tumori colpiscano prevalentemente uomini sopra i 50 anni, l’età media di insorgenza si sta abbassando, sottolineando la necessità di diagnosi precoci e terapie innovative.

Oggi presentiamo progressi che trasformano la nostra capacità di diagnosticare e trattare i tumori genitourinari – spiega la Dottoressa Elena Verzoni, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori –. Il nostro obiettivo è offrire percorsi di cura sempre più personalizzati, basati sul profilo genetico del tumore, e migliorare l’accesso dei pazienti a farmaci innovativi. Guardiamo al futuro con ottimismo: oggi la sopravvivenza per molti di questi tumori è notevolmente aumentata, e in alcuni casi è possibile arrivare alla guarigione. Questo dimostra quanto la ricerca e le nuove terapie stiano facendo la differenza nella vita dei pazienti”.

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