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Virus respiratori: boom tra i bambini

Con l’inverno che entra nel vivo, come ogni anno, ci troviamo di fronte a un’epidemia influenzale che potrebbe aver già raggiunto il picco stagionale. Dopo un crescendo di contagi che nelle ultime due settimane ha portato il totale stagionale a oltre 7,7 milioni di casi, la curva epidemica sembra stia infatti iniziando a stabilizzarsi. Mentre la situazione risulta essere meno critica per adulti e anziani dove il tasso di contagio rimane stabile, il tasso di incidenza risulta essere però ancora in forte aumento tra i più piccoli, dove i contagi nell’ultima settimana sono addirittura raddoppiati.

L’influenza è una delle malattie infettive più comuni in età infantile: secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’influenza stagionale colpisce infatti ogni anno tra il 20% e il 30% dei bambini, soprattutto sotto i 5 anni dove aumenta anche il rischio di sviluppare complicazioni, come polmonite o disidratazione. “Nei bambini il sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo, ecco perché i più piccoli sono più vulnerabili all’infezione e alle sue complicazioni. Anche il contatto diretto e la condivisione di spazi comuni negli asili e nelle scuole costituiscono poi sicuramente un facilitante nella trasmissione di virus” – spiega il Prof. Fabrizio Pregliasco, virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it.

Tra i sintomi più comuni dell’influenza nei bambini rileviamo: febbre, dolori muscolari e articolari, debolezza marcata, mal di testa, tosse, mal di gola e raffreddore, non infrequenti nausea o vomito. Il sintomo che di solito “spaventa” però maggiormente il genitore e che risulta essere una delle principali cause di visita in pronto soccorso in età pediatrica è comunque la febbre elevata e persistente. “È importante spiegare ai genitori che la febbre alta non è sempre indice di gravità, in quanto è semplicemente un meccanismo di difesa del nostro organismo per contrastare virus o batteri; finché l’infezione non si è estinta è normale quindi che la febbre permanga. Non va pertanto contrastata automaticamente ma solo se necessario, somministrando un semplice antifebbrile senza ricorrere all’uso di antinfiammatori che invece rispondono ad altre esigenze di salute e possono avere potenziali effetti collaterali sui piccoli pazienti” suggerisce il Prof. Pregliasco.

Per alleviare i sintomi della malattia la terapia antipiretica rimane comunque la terapia principale. In ogni caso, è importante consultare sempre il pediatra prima di somministrare qualsiasi farmaco al bambino, evitando il “fai da te” e l’uso inopportuno di antibiotici, inefficaci nel combattere le infezioni di natura virale. È inoltre fondamentale che il bambino beva abbondantemente, per evitare la disidratazione; per limitare la diffusione dell’infezione e per evitare che il bambino, già debilitato dall’influenza, contragga altre infezioni è infine consigliata una convalescenza di qualche giorno per consentire al bambino di guarire bene, evitando il ritorno anticipato a scuola.

Sebbene la maggior parte dei piccoli guarisca senza particolari problemi, l’influenza non è comunque una malattia banale e può presentarsi con forme gravi e complicanze che necessitano il ricovero, soprattutto nei bambini sotto i 5-6 anni. Il messaggio alle famiglie è dunque quello di vaccinare i bimbi. “Il metodo più efficace per prevenire l’influenza è la vaccinazione.  Il vaccino antinfluenzale per i bambini è raccomandato a partire dai sei mesi di età ed è particolarmente indicato per i piccoli che frequentano asili e scuole materne, dove l’esposizione al virus è maggiore; dai due anni in su è disponibile anche quello che viene fatto con lo spray nasale, che non fa paura ai bimbi ed è altrettanto efficace. Il vaccino antinfluenzale è sicuro e ben tollerato anche dai più piccoli, con effetti collaterali generalmente lievi e temporanei, come arrossamento o gonfiore nel punto dell’iniezione, febbre leggera o irritabilità. La vaccinazione deve essere considerata non solo uno strumento di protezione per il proprio bambino, ma anche per l’intera comunità scolastica, dal momento che contribuisce a limitare la circolazione del virus tra i piccoli e il personale scolastico, aiutando in questo modo a proteggere le persone più fragili” – conclude Pregliasco.

Oltre alla vaccinazione, altre misure di prevenzione, comuni a molte altre malattie infettive e che possono essere insegnate soprattutto ai bambini più grandi, sono: lavare frequentemente le mani con acqua e sapone, evitare il contatto stretto con persone malate, mantenere una buona igiene respiratoria, coprendo bocca e naso quando si tossisce o starnutisce.

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