Le Terapie Intensive Neonatali, circa 120 in Italia, sono reparti, magari conosciuti solo da chi ha vissuto in prima persona l’esperienza, dove la felicità di una nuova vita si trasforma in una incessante battaglia per la sopravvivenza, travolgendo le famiglie di quei neonati estremamente piccoli e fragili che,per giorni, settimane e a volte per interi mesi, restano sospesi tra la vita e la morte, prima di poter finalmente tornare a casa.

La neonatologia, grazie alle attività di ricerca e alla innovazione tecnologica, ha prodotto risultati straordinari in termini di sopravvivenza e di qualità della vita, anche per i neonati pretermine più fragili, di peso inferiore a 1.500 g o nati prima di 24 settimane di gestazione, ma, chi lavora in TIN, conosce bene la difficoltà di scegliere, di intervenire e di agire nel modo e nei tempi più giusti per ottenere i migliori risultati.

La TIN è un luogo complicato e difficile non solo per ineonati e le loro famiglie, ma anche per tutto il personale sanitario, che affronta situazioni nelle quali l’imprevisto e l’inaspettato sono sfide continue, così che stress e rischio di burnout accompagnano il lavoro quotidiano, nella consapevolezza che una diagnosi ed un intervento tempestivo possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra una vita di qualità e una vita senza qualità.

In occasione del XXIX Congresso Nazionale, a Napoli dal 4 al 7 ottobre 2023, la Società Italiana di Neonatologia, mette in luce alcuni dei tanti problemi che nascono quotidianamente all’interno di questo microcosmo e che devono essere affrontati con un approccio di grandissima professionalità e una giusta strategia di comunicazione.

La gestione degli eventi epidemici in TIN, la rianimazione del neonato estremamente pretermine, il neonato con shock o la prevenzione ed il trattamento della broncodisplasia, argomenti che saranno discussi da massimi esperti nazionali, rappresentano solo alcune delle problematiche nelle quali l’intervento tempestivo da un lato e le strategie di prevenzione dall’altro possono fare la differenza in termini di morbilità e mortalità.

“Il neonatologo e tutto il personale delle TIN, sempre più spesso devono interrogarsi su quando sia appropriato non iniziare o interrompere trattamenti medici, perché futili e non orientati al miglior interesse del bambino e della sua famiglia”, afferma il Dott. Luigi Orfeo, Presidente della SIN. “Diventa, perciò, essenziale mettere in atto una opportuna strategia di comunicazionetra equipe sanitaria medico-infermieristica e genitori conun adeguato counsellinggià, quando possibile, dalla sala parto. Il “best interest” per il neonato è ciò che deve orientare e guidare tutte le scelte di noi neonatologi, operando nel pieno rispetto dei suoi diritti e della sua dignità, privilegiando la migliore qualità di vita possibile e individuando le cure più appropriate, evitando ogni sorta di futile accanimento”.