Hanno individuato una complicazione neurologica del Covid 19, la Sindrome di Guillain-Barré, in una paziente ravennate, trattata con successo, e da quel caso è stato tratto un articolo scientifico pubblicato su una delle più prestigiose riviste scientifiche internazionali di settore in collaborazione con l’Università di Bologna. Non solo: confrontandosi con la clinica universitaria di Ulm, che ha trattato casi analoghi, è stato elaborato un dettagliato profilo clinico della la Sindrome di Guillain-Barré covid associata. Un importante lavoro di squadra quello svolto dalla Neurologia ravennate, diretta dal dottor Pietro Querzani, che aiuterà a definire meglio le complicanze neurologiche del Covid.

L’articolo scientifico è stato pubblicato nell’aprile scorso sulla rivista internazionale “Journal of Neurology” ed è stato redatto dai medici dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale di Ravenna – diretta dal dottor Querzani – descrivendo uno dei primi casi al mondo di Sindrome di Guillain-Barré, una malattia infiammatoria dei nervi periferici, correlata al covid. Nell’articolo, scritto dal dottot Matteo Foschi e dalla dottoressa Marina Padroni in collaborazione con altri colleghi della Neurologia e con due specializzandi della Clinica Neurologica della Università di Bologna, veniva riportato il caso di una paziente che aveva sviluppato una forma di tetraparesi rapidamente progressiva alcune settimane dopo essere guarita da una forma lieve di COVID-19. La paziente è stata ricoverata presso il reparto di Neurologia di Ravenna, trattata con successo utilizzando una terapia a base di immunoglobuline, poi indirizzata ad un percorso riabilitativo. L’articolo ha raggiunto in pochi mesi più di 100 tra citazioni internazionali e condivisioni online. Ma soprattutto è stato recentemente menzionato nelle linee guida sul COVID-19 del Robert Koch Institute. Il lavoro ha contribuito a far luce sull’associazione tra COVID-19 e la sindrome di Guillain-Barré confermata poi da ulteriori studi epidemiologici che hanno osservato un picco di incidenza di tale complicanza neurologica durante la prima ondata della pandemia.

Successivamente, a seguito della descrizione di un caso analogo in Germania, è stata realizzata una revisione sistematica in collaborazione con il dottor Samir Abu-Rumeileh ed altri colleghi neurologi dell’Università di Ulm che ha raccolto più di 70 casi di Sindrome di Guillain-Barrè associata a COVID-19. Tale lavoro è al momento la più grande raccolta di casi di Sindrome di Guillan-Barré associata al COVID-19 in letteratura ed ha permesso la dettagliata caratterizzazione del profilo clinico, diagnostico e terapeutico della malattia. In particolare, accanto alla frequente buona risposta alla terapia con immunoglobuline gli autori hanno ribadito come l’esame neurologico, elettromiografia ed analisi di laboratorio, siano fondamentali per diagnosticare precocemente e correttamente la sindrome di Guillan Barrè nel contesto del COVID-19.