Una mamma per amica: progetto di Adisco per studiare l’utilizzo del sangue cordonale per neonati prematuri
Si chiama “Una mamma per amica” ed è un progetto di Adisco che si pone l’obiettivo di studiare la possibilità di conservare i globuli rossi estratti dal sangue di cordone ombelicale, donato e non congelato, presso il Servizio Trasfusionale dell’Ospedale di Parma per le necessità trasfusionali dei piccoli neonati.
Il sangue cordonale donato dalle mamme viene conservato in apposite banche con lo scopo di mettere a disposizione le cellule staminali per il trapianto emogenico. Quando il volume del sangue cordonale e la quantità di cellule staminali in esso contenute, è insufficiente per garantire l’attecchimento del trapianto il sangue cordonale non viene congelato ma utilizzato per la ricerca.
Da qui il progetto, per i cordoni ombelicali donati e non congelati, di valutare la possibilità di utilizzarne i globuli rossi per la trasfusione nei neonati bisognosi, soprattutto se prematuri. Una sfida subito raccolta da Adisco, Associazione delle Donatrici Italiane di Cordone Ombelicale, che grazie al sostegno di Fondazione Monteparma si è impegnata a finanziare lo studio di fattibilità che prevede un ricercatore biologo dedicato già individuato nella persona di Marco Pagano Mariano.
Studio e fattibilità di ricerca traslazionale sono stati sviluppati dalle strutture di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma di Neonatologia diretta da Serafina Perrone che si prende cura dei neonati prematuri e di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale diretta da Maurizio Soli per la corretta estrazione e conservazione delle emazie. Il percorso è realizzato in collaborazione con la Banca del sangue cordonale regionale a cui viene inviato il sangue cordonale raccolto con il contributo delle ostetriche dei Punti nascita dalle strutture di Ostetricia e Ginecologia di Azienda Ospedaliero-Universitaria diretta da Tullio Ghi e dell’Ospedale di Vario diretta da Lorenzo Barusi. Alla presentazione erano presenti anche le ostetriche dell’Ospedale di Vaio e la dirigente delle Professioni sanitarie del Dipartimento materno-infantile del Maggiore Rita Lombardini.
“E’ un progetto in corso di sperimentazione in alcuni grandi centri italiani – ha dichiarato Maria Giovenzana presidente di Adisco – e quindi come Adisco abbiamo ritenuto di proporlo anche nel nostro ospedale considerato i grandi vantaggi del sangue cordonale per le esigenze trasfusionali dei neonati. Tanto più che abbiamo trovato risposte molto positive dalle strutture sanitarie coinvolte oltre che dalla Banca del sangue cordonale regionale con la dottoressa Marina Buzzi e del Centro regionale sangue nella persona di Vanda Randi. Un ringraziamento per la sensibilità dimostrata a Fondazione Monteparma per il sostegno al progetto”.
Il Presidente emerito Roberto Delsignore ha dichiarato: “Fondazione Monteparma ha aderito con entusiasmo a questa lodevole ricerca in favore dei neonati più bisognosi di cure, nella consapevolezza che tutti i giovani protagonisti di domani costituiscono il bene più prezioso della nostra comunità”.
Il ringraziamento ai professionisti e enti coinvolti nelle parole del direttore generale di Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma e commissario straordinario Ausl Massimo Fabi: “Questo progetto è la dimostrazione che la collaborazione tra specialisti di diverse discipline nonché tra strutture sanitarie provinciali e regionali, affiancati da associazioni e da fondazioni che da sempre spendono grande impegno per l’avanzare delle ricerche, può imprimere una significativa spinta al miglioramento nella cura dei nostri pazienti”.