Un prelievo di sangue per misurare l’efficacia dei trattamenti riabilitativi
Un semplice prelievo di sangue potrà misurare l’efficacia di un trattamento riabilitativo, aiutando medici e terapisti ad individuare in tempo reale la terapia personalizzata più idonea per ogni paziente. È questo l’obiettivo del progetto multicentrico guidato dall’IRCCS Fondazione Don Gnocchi di Milano, finanziato dal Ministero della Salute e dalla Fondazione Cariplo, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Journal of Translational Medicine”.
Il progressivo aumento dell’aspettativa di vita della popolazione è accompagnato da patologie che possono condizionare la vita dei soggetti anziani e dei loro cari. Tra queste, la sarcopenia è una componente chiave della condizione di fragilità, capace di provocare una lenta ma progressiva perdita di autonomia del soggetto colpito. Oggi lo strumento più importante per fronteggiarla è la terapia riabilitativa, ma non tutti i pazienti ne beneficiano in egual misura.
La messa a punto di una riabilitazione personalizzata e basata sull’identità biologica del paziente è pertanto un obiettivo primario per ottenere il massimo risultato dalle terapie. Lo studio eseguito al Laboratorio di Medicina Molecolare e Biotecnologie dell’IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi ha permesso di identificare biomarcatori molecolari utili a misurare precocemente e in modo oggettivo l’efficacia di un trattamento, permettendo così trattamenti personalizzati e monitorati nel tempo.
«Il nostro lavoro – spiegano i ricercatori “Don Gnocchi” – è stato eseguito su pazienti affetti da una grave forma di sarcopenia, assistiti all’Istituto “Palazzolo-Don Gnocchi” di Milano e sottoposti sia ai cicli riabilitativi che a vari test di performance muscolare. Nel loro sangue è stato verificato che piccole molecole di RNA risultano diverse dai soggetti sani e che negli stessi soggetti sarcopenici possono modificarsi durante i cicli di riabilitazione. In particolare, il microRNA-451a è risultato correlare significativamente con l’outcome riabilitativo di recupero della forza muscolare definito come SPPB. Misurarne la concentrazione darebbe pertanto la possibilità di monitorare in tempo reale l’efficacia del trattamento riabilitativo a cui il paziente viene sottoposto».
Lo stesso studio suggerisce inoltre il coinvolgimento di una particolare proteina nelle cause della sarcopenia, di cui ad oggi si sa ancora poco.