Tumore della vescica: medac Pharma fotografa la pratica clinica con un’indagine su 200 urologi italiani
Più cura per l’Uro-Oncologia. Questa la tematica su cui si è dibattuto a Roma nelle giornate del 25 e 26 novembre in occasione dell’evento “U R Cared” promosso dall’azienda medac Pharma Italia sotto il patrocinio delle associazioni mediche di settore, la Società Italiana di Urologia e la Società Italiana di Uro-Oncologia. Il convegno ha visto anche la partecipazione dell’associazione PaLiNuro, che da sempre è attiva in prima linea nel dare voce ai pazienti affetti da patologie urologiche.
Nel corso dell’evento sono stati presentati in anteprima i risultati preliminari di un sondaggio che, fino ad oggi, ha raccolto le esperienze di più di 200 urologi e ha delineato lo status quo dell’attuale gestione del paziente affetto da tumore alla vescica non muscolo invasivo. Tale sondaggio ha restituito una fotografia puntuale che racconta come questa specifica patologia abbia ancora delle importanti aree di miglioramento in termini di ‘qualità di vita’ del paziente e di come la collaborazione tra associazioni scientifiche, associazioni pazienti ed industria sia la giusta formazione per vincere questa importante sfida, oggi più attuale che mai.
Questo evento è l’ultima pietra miliare di una serie di attività, sponsorizzate dall’azienda medac Pharma Italia, che hanno già visto la partecipazione di oltre 150 urologi da tutta Italia in tre diversi webinars. Questi eventi hanno permesso di delineare le attuali pratiche cliniche nelle diverse regioni e di confrontarle con le ‘eccellenze’ del nostro sistema sanitario nazionale; ma la vera sfida comincia ora: l’imperativo dell’azienda è quello di migliorare la qualità di vita delle persone e delle loro famiglie. Per questo motivo, nel corso dell’evento, sono state annunciate alcune iniziative volte a migliorare la fruibilità e la disponibilità delle terapie e a favorirne l’avvicinamento verso il territorio, con l’ambizioso obiettivo di raggiungere un giorno le case dei pazienti affetti da queste importanti patologie.
Il carcinoma della vescica è la crescita anomala di tessuto (tumore) nella vescica. Esistono diversi stadi di tumore alla vescica. Lo stadio del tumore si basa sulla possibilità o meno che il cancro abbia invaso le pareti vescicali. Questa informazione è essenziale per determinare vari trattamenti addizionali ed il profilo di rischio.
“Il carcinoma uroteliale, chiamato più comunemente tumore della vescica, è una neoplasia maligna che ha origine dall’urotelio, la tonaca mucosa che tappezza la vescica e le alte vie urinarie che convogliano l’urina dal rene nella vescica, che è l’organo più colpito da questo tumore. – ha affermato il Prof. Vincenzo Mirone, Professore Ordinario di Urologia Università degli studi di Napoli e Responsabile Ufficio Risorse e Comunicazione SIU – È un tumore abbastanza frequente, in cui la sintomatologia, caratterizzata da sangue nelle urine, ed occasionalmente anche da stimolo frequente e urgenza di urinare, bruciore, è spesso sottovalutata dai pazienti. In media il paziente affetto da questa neoplasia ha un’età compresa tra 50 e 70 anni ed è spesso un fumatore, dal momento che il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio anche per il tumore della vescica.”
Nei tumori della vescica non-muscolo invasivi, la stratificazione del rischio viene usata per fornire raccomandazioni al trattamento più specifico, basato su stadio, grado e altri fattori legati al tumore e sulla tabella dei fattori di rischio di ogni singolo paziente. Il paziente viene assegnato ad uno di tre gruppi in base al rischio di progressione e recidiva. Tale stratificazione è utilizzata per indicare le diverse terapie che possono essere prese in considerazione ed i controlli a cui sottoporsi.
“In generale le opzioni di trattamento per il carcinoma vescicale comprendono intervento chirurgico, chemioterapia, immunoterapia e radioterapia. Ai pazienti può essere proposto anche più di un tipo di trattamento o una combinazione di trattamenti. – ha dichiarato Alberto Lapini, Responsabile e Coordinatore della Prostate Cancer Unit dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze, già Presidente SIUrO. – La proposta terapeutica dipende dallo stadio: tumore limitato all’epitelio o interessante lo strato muscolare od oltre e dal grado del tumore. Generalmente, il paziente con malattia non muscolo-invasiva viene sottoposto a un trattamento locale come la TURB che prevede l’asportazione della lesione per via endoscopica. In base al risultato istopatologico il paziente verrà poi trattato con instillazioni di farmaci chemioterapici o biologici in vescica a seconda del grado ed altri parametri clinici, se la malattia risulterà non muscolo invasiva . Mentre dovrà effettuare altri accertamenti e altri percorsi terapeutici qualora risultasse muscolo invasiva. Fortunatamente la maggioranza dei tumori vescicali si presenta in forma non muscolo invasiva ed è in questa tipologia di malattia che possiamo vincere la battaglia. Tuttavia, non sempre il percorso è così lineare ed è per questo che la survey lanciata in occasione dell’evento UR Cared assume una grande rilevanza. Indagare le pratiche più comuni all’interno dei centri urologici italiani, può essere infatti utile per capire se ci sono delle criticità o delle pratiche consolidate non perfettamente conformi alle linee guida nazionali e internazionali.”
Un numero crescente di pazienti con carcinoma della vescica affronta un complesso e lungo percorso diagnostico e terapeutico, segnato spesso da recidive. A questo si aggiunge l’impatto psicologico, relazionale e fisico del carcinoma uroteliale che è molto importante e comporta difficoltà diverse a seconda dello stadio di malattia. La perdita di sangue con le urine è già di per sé un evento traumatico. Ma all’intervento chirurgico di cistectomia, che rimane il trattamento d’elezione, può seguire anche incontinenza urinaria e spesso impotenza sessuale, che pone gravi problemi di coppia.
“Come altri tumori anche il tumore della vescica ha un impatto significativo sulla vita quotidiana delle persone colpite. Già dal momento della diagnosi e, poi, lungo tutto il percorso terapeutico, si possono presentare importanti conseguenze, sia dal punto di vista psico-fisico sia nella sfera delle relazioni sociali. – ha spiegato Alessandro Boni, Delegato Toscana e Segretario dell’Associazione PaLiNUro – Per questa ragione ritengo siano fondamentali percorsi terapeutico-assistenziali e che si facciano carico del paziente, assistendolo passo per passo e rendendo meno arduo il passaggio da una fase all’altra della malattia. Come Palinuro il nostro obiettivo principale è: non far sentire il nostro paziente mai solo. Per questo siamo costantemente impegnati a soddisfare i bisogni dei pazienti attraverso ascolto, sostegno, informazione, confronto, condivisione e coinvolgimento attivo; inoltre, ci adoperiamo per fungere da cassa di risonanza delle esigenze dei pazienti amplificandole verso il mondo esterno e sensibilizzando istituzioni e opinione pubblica affinché ci sia una sempre migliore presa in carico.”
Presa in carico del paziente e sinergie tra gli attori di sistema per una migliore qualità di vita dei pazienti. Sono questi due dei temi principali discussi in occasione di “U R Cared – Più cura per l’uro-oncologia” che ha avuto l’obiettivo di avviare un percorso di approfondimento e aggiornamento che permettesse a specialisti e pazienti di condividere le loro esperienze e considerazioni in merito al carcinoma alla vescica non muscolo invasivo.
“Oggi il tumore della vescica è una delle neoplasie con maggiore incidenza e purtroppo è anche in crescita. È importante che i pazienti con carcinoma uroteliale, e gli operatori sanitari che sono al loro fianco, siano messi nella condizione di poter avere percorsi terapeutici che permettano una presa in carico globale del paziente, nel pieno rispetto delle Linee Guida. – così Geremia Seclì, Head of Operations medac Pharma Italia.- In questo senso ritengo sia di fondamentale importanza unire le forze di associazioni di settore e industria al fine di poter concretizzare un reale impatto sulla qualità di vita di questi pazienti e poter attenuare le difficoltà che ogni giorno affrontano. – ha concluso Geremia Seclì – Concetti come Patients Support Program o Home care ad oggi sembrano essere lontani anni luce da una possibile realizzazione ma sono sicuro che unendo le forze di tutti, nessun traguardo sarà mai fuori portata. Certamente medac Pharma Italia dispiegherà tutte le forze disponibili per il raggiungimento di questo ambizioso traguardo.”