Comincia la conferenza Tissue Engineering Therapies: From Concept to Clinical Translation & Commercialisation organizzata dalla Società Internazionale di Ingegneria Tissutale e Medicina Rigenerativa. Scienziati, clinici, esperti dal mondo industriale interessati all’ingegneria tissutale e alla medicina rigenerativa si incontreranno nella cornice suggestiva dell’isola greca di Rodi. Quest’anno il Meeting europeo della Società ha dedicato uno dei suoi simposi al tema dei biomateriali e dei dispositivi per il trattamento del diabete mellito. Proprio in quest’ambito della ricerca sul diabete, si è focalizzata negli ultimi anni l’attività di tre team di ricerca internazionali e multidisciplinari che, grazie ai finanziamenti dell’UE, hanno sviluppato tre diversi progetti – BIOCAPAN, DRIVE ed ELASTISLET – accomunati da uno stesso grande obiettivo: sviluppare nuovi trattamenti per la cura del diabete di tipo 1.
Il diabete di tipo 1 è una malattia cronica caratterizzata dalla perdita di un tipo particolare di cellule: le cellule produttrici di insulina che si trovano nelle isole pancreatiche. Nel diabete di tipo 1, il sistema immunitario attacca e distrugge queste cellule. L’insulina che esse producono è un ormone molto importante per la regolazione dei livelli di glucosio nel sangue. Nelle persone che convivono con questa malattia, quindi, il normale equilibrio fisiologico dei livelli ematici di zucchero risulta compromesso. I milioni di persone che nel mondo soffrono di questa malattia, devono monitorare quotidianamente la propria glicemia e fare iniezioni di insulina. Assumere l’ormone, però, non è come avere in funzione, all’interno dell’organismo, le proprie cellule specializzate nel sentire i livelli di glucosio e nel produrre l’ormone. Negli ultimi decenni, il trapianto di cellule produttrici di insulina è emerso come una delle strategie più promettenti per restituire all’organismo le cellule distrutte nel diabete e curare la malattia. Quella che sembrava una strada ideale da percorrere, però, si è rivelata non priva di insidie. L’approccio, infatti, presenta diversi limiti, tra cui i principali sono proprio la scarsa disponibilità di cellule produttrici di insulina da donatore e la loro perdita graduale dopo il trapianto, a causa del rigetto da parte del sistema immunitario dell’organismo che riceve le nuove isole pancreatiche.Negli ultimi anni, i progressi realizzati nel campo dei biomateriali e della riprogrammazione dell’identità e del destino cellulare hanno fornito nuovi potenti strumenti per abbattere queste barriere. Il simposio ‘Biomateriali e dispositivi per il trattamento del diabete mellito, presenterà la ricerca condotta nell’ambito dei progetti BIOCAPAN, DRIVE ed ELASTISLET finanziati dall’UE, e i loro sforzi per superare questi limiti e rendere il trapianto di cellule un trattamento efficace a lungo termine. Saranno discussi i tre diversi approcci e i metodi di incapsulamento sviluppati per proteggere le cellule trapiantate dall’attacco immunitario e aumentarne la sopravvivenza all’interno dell’organismo.
Si prevedono relazioni sul prodotto medicinale di terapia avanzata sviluppato nell’ambito del progetto BIOCAPAN, basato su microcapsule per il trapianto di isole pancreatiche; verrà presentato anche il metodo, utilizzato nell’ambito di questo progetto, per ottenere strutture bioattive da componenti presenti naturalmente nel microambiente del tessuto pancreatico; gli impianti e i sistemi di rilascio sviluppati dagli scienziati del progetto DRIVE, insieme a nuovi biomateriali a base di acido ialuronico impiegati per incapsulare le isole pancreatiche, al fine di favorirne la sopravvivenza dopo il trapianto; le strategie di incapsulamento sviluppate nell’ambito del progetto ELASTISLET, le caratteristiche dei biomateriali utilizzati che si ispirano alla proteina elastina, e la strategia, unica per questo dei tre progetti, di riprogrammare un tipo particolare di cellule staminali umane per ottenere cellule produttrici di insulina da utilizzare come fonte di cellule idealmente illimitata per i trapianti.
“Quattro anni fa, abbiamo dato il via ai nostri progetti di ricerca scientifica e innovazione condividendo gli stessi obiettivi a lungo termine: migliorare la qualità della vita dei milioni di persone diabetiche, aumentare la disponibilità dei trattamenti e ridurre i costi diretti e indiretti associati a questa malattia e alle sue terapie. Il meeting rappresenta un’opportunità unica per incontrarci, scambiare le nostre esperienze di ricerca e forgiare nuove alleanze contro il diabete”, così ha commentato il simposio il coordinatore scientifico del progetto ELASTISLET, José Carlos Rodríguez-Cabello. Lo scienziato, che è direttore del Laboratorio BIOFORGE presso l’Università di Valladolid, in Spagna, modererà l’incontro insieme a Eimear Dolan, scienziata in forze presso l’Università Nazionale d’Irlanda Galway e membro del team di DRIVE. Sono invitati il coordinatore scientifico del progetto BIOCAPAN Frédéric Bottausci della Commissione francese per l’Energia Atomica e le Energie Alternative e il coordinatore di DRIVE Garry P. Duffy, dell’Università Nazionale d’Irlanda Galway.
La ricerca sul diabete rappresenta una priorità per l’UE. In oltre 10 anni, l’UE ha finanziato numerosi progetti di ricerca e innovazione sui temi del diabete attraverso i suoi programmi quadro. Nell’ambito del programma H2020, è stata lanciata una sfida in particolare: sviluppare nuovi biomateriali più funzionali, capaci di favorire ed aumentare l’efficacia a lungo termine dei trapianti di cellule nel trattamento del diabete. 23 consorzi di ricerca internazionali e multidisciplinari hanno risposto alla sfida, nel maggio del 2014, presentando le proprie proposte di ricerca. Tra questi, 3 sono stati selezionati e hanno ottenuto i finanziamenti dal programma Horizon 2020: BIOCAPAN ed ELASTISLET.
BIOCAPAN sta per BIOactive implantable CApsule for PANcreatic islets immunosuppression free therapy. Il suo consorzio include 9 partner, e 10 team da 6 diversi paesi. Per saperne di più su questo progetto visita il sito web di BIOCAPAN.
DRIVE sta per Diabetes-Reversing Implants for enhanced Viability and long-term Efficacy. Il team di DRIVE comprende 15 partner da 7 diversi paesi. Per conoscere i dettagli di DRIVE e del suo consorzio visita il suo sito web e i suoi profili social su Twitter e Facebook.
ELASTISLET sta per Tailored Elastin-like Recombinamers as Advanced Systems for Cell Therapies in Diabetes Mellitus: a Synthetic Biology Approach towards a Bioeffective and Immunoisolated Biosimilar Islet/Cell Niche. Il progetto ha sviluppato una strategia di incapsulamento cellulare che usa biomateriali ispirati all’elastina, una proteina elastica che si trova naturalmente nel tessuto connettivo dell’organismo. La strategia di ELASTISLET è stata disegnata per proteggere le cellule dall’attacco del sistema immunitario, promuovere l’integrazione del sistema trapiantato con i tessuti circostanti, permettere la diffusione dell’insulina dall’interno della capsula all’esterno e l’accesso ai nutrienti necessari per la sopravvivenza delle cellule trapiantate. Il consorzio di ELASTISLET è costituito da un team internazionale e multidisciplinare di 11 partner e comprende università, imprese e istituti di ricerca di 8 paesi diversi. I partner italiani sono due: l’Università di Perugia, con il gruppo coordinato da Riccardo Calafiore, che nell’ambito di ELASTISLET si è occupato di studiare le condizioni per ottenere cellule produttrici di insulina a partire da cellule iPS, per utilizzarle nelle strategie di incapsulamento e trapianto; da Trieste, da AREA Science Park, Promoscience Srl che si è occupata della disseminazione dei risultati della ricerca.