Telemedicina: le sfide più grosse saranno l’interoperabilità e il fare sistema
Il valore dell’innovazione tecnologica e dell’automazione nella telemedicina. Questi gli aspetti approfonditi nella conferenza che si è svolta alla16esima edizione di Salute Direzione Nord, all’interno della rassegna Direzione Nord – A True Event, al Palazzo delle Stelline di Corso Magenta 61 a Milano. La kermesse è stata l’occasione per elaborare e accogliere nuove soluzioni nell’ambito della salute insieme a rappresentanti istituzionali, clinici, esperti e società civile. Media Partner della kermesse true-news.it. Al panel hanno partecipato Giovanni Pavesi, Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia; Francesco Gabbrielli, Direttore centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Iss; Vito Ladisa, Direttore SC Farmacia, INT Milano; Antonio Spera, Amministratore Delegato GE Healthcare; Luigi Mazzei, Country Senior Director Edwards; Giorgio Moretti, Presidente Dedalus. “All’inizio dell’anno abbiamo fatto una delibera che rimodula le tariffe dei nuovi device, delle nuove protesi e delle strumentazioni tecnologiche – spiega Giovanni Pavesi – Abbiamo aperto un dialogo con i nostri medici che ci consente di aggiornare questo tariffario e l’elenco delle strumentazioni”.
“La medicina dei prossimi anni – prosegue Pavesi – deve affrontare il tema dell’innovazione e della telemedicina, che sta passando da un concetto di qualità a quello di valore. È un concetto più complesso che consente, oltre all’innovazione, la possibilità di avere meno ospedalizzazioni e ricoveri più brevi, creando dei percorsi chiari anche ad esempio sulla medicina territoriale”.
La telemedicina prevede delle sfide non semplici per il futuro, ma necessarie: “Avviare un servizio in telemedicina è più complesso che farlo partire in presenza – precisa Francesco Gabbrielli – questo perché ha bisogno di infrastrutture di telecomunicazione e della gestione dei dati, di strumentazioni e dispositivi anche interoperabili. La telemedicina non si può improvvisare, prevede un rapporto organizzato tra il paziente e una serie di professionisti e la tariffazione deve tenere conto di tutti questi aspetti”.
L’innovazione si può applicare a diversi ambiti sanitari che coinvolgono anche la filiera del farmaco: “L’automazione e la digitalizzazione sono fondamentali in questo settore – spiega Vito Ladisa -. La semplice automazione però non può prescindere dall’appropriatezza, un sistema che preveda quindi una verifica da parte dei professionisti e di conseguenza una tracciabilità. L’organizzazione del percorso del farmaco ha dei vantaggi logistici e un’ottimizzazione della risorsa umana. È un piano di progettazione che incide sul sistema sanitario, regionale e per alcuni aspetti nazionali. Servono investimenti e in questo senso con il Pnrr se ne è parlato molto. Le strutture e realtà sanitarie che al momento hanno investito in questo percorso sono poche ma è un sistema a vantaggio dell’utente finale”.