Sono state decifrate le alterazioni delle cellule pancreatiche in risposta allo stato infiammatorio tipico del diabete utilizzando per la prima volta una tecnica di osservazione diretta delle molecole. Si tratta della cosiddetta “Microscopia di Espansione”, una metodica che consente di visionare i dettagli dell’organizzazione cellulare alla scala del miliardesimo di metro, la nanoscala, e che promette di diventare strumento per lo screening di nuovi farmaci. Il risultato è stato ottenuto presso il Laboratorio NEST della Scuola Normale Superiore da un team di ricercatori coordinato dal professor Francesco Cardarelli.

È noto da tempo che durante l’insorgenza della patologia diabetica le cellule pancreatiche subiscano il processo infiammatorio da parte di specifiche molecole, le citochine, rilasciate in circolo; un processo che contribuisce poi a generare sofferenza e morte delle cellule pancreatiche. I dettagli di cosa accada all’organizzazione strutturale delle cellule, però, erano rimasti finora oscuri.
«Abbiamo osservato alterazioni strutturali del citoscheletro cellulare, che costituisce i binari su cui si muove l’insulina, cambiamenti morfologici del mitocondrio, che è la factory dell’energia cellulare, diminuzione del numero di granuli di insulina e segni di stress ossidativo – spiega Cardarelli -. Si può ora immaginare di utilizzare le alterazioni osservate come target farmacologici per nuove molecole che possano proteggere le cellule pancreatiche dall’infiammazione e dai suoi effetti».
Il team vede coinvolti ricercatori e ricercatrici della Scuola Normale Superiore e della Sezione Dipartimentale di Endocrinologia e metabolismo dei trapianti d’organo e cellulari dell’Azienda Ospedaliero- Universitaria Pisana, guidata dal professor Piero Marchetti, direttore dell’Unità operativa di malattie metaboliche e Diabetologia. I risultati verranno presentati alla comunità scientifica durante il Congresso annuale dell’European Association for the Study of Diabetes che si terrà ad Amburgo il prossimo 2-5 ottobre e sono pubblicati su Nature.com
Lo studio si inserisce nel progetto ERC Consolidator “CAPTUR3D”di cui Cardarelli è responsabile scientifico e che si svolge presso il Laboratorio NEST diretto dal professor Fabio Beltram.