Sindrome aortica acuta: al San Giovanni di Dio di Firenze un braccialetto per monitorare la pressione
Finora i valori di pressione arteriosa, principale fattore di rischio per complicanze di queste patologie, venivano monitorati in ospedale. Il nuovo progetto della Chirurgia Vascolare del San Giovanni di Dio di Firenze consente, tramite la telemedicina, di effettuare questo monitoraggio direttamente a domicilio. La sindrome aortica acuta è un insieme di patologie accomunate da un rischio di imminente rottura dell’aorta con conseguenze potenzialmente fatali. Sono fondamentali una diagnosi precoce e un tempestivo trattamento con terapia appropriata, in alcuni casi un intervento chirurgico urgente. Evitare elevati valori di pressione arteriosa è una priorità e questo finora comportava settimane di ospedalizzazione durante le quali la persona veniva costantemente monitorata con permanenza all’interno del reparto.
Il progetto è stato realizzato insieme con i medici, Stefano Michelagnoli, Direttore delle specialistiche chirurgiche, Emiliano Chisci, Direttore della Unità operativa semplice Chirurgia Aortica e Patrizia Lo Sapio, cardiologa responsabile del monitoraggio pressorio e della terapia antipertensiva e il chirurgo vascolare, Tommaso Lazzarotto. Peraltro, il lavoro finora svolto e gli ottimi risultati documentati hanno conferito al dott. Lazzarotto un prestigioso premio scientifico ottenuto presso il XXII Congresso Nazionale di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare che si è tenuto a Roma ad ottobre.
Per la sindrome aortica acuta il nuovo sistema di monitoraggio della pressione prevede un semplice braccialetto che viene tarato in ospedale, non molto differente da un cardiofrequenzimetro, mediante il quale sarà possibile registrare 24 ore su 24 la pressione arteriosa del paziente che sarà libero di svolgere tutte le proprie attività quotidiane senza aver bisogno di fermarsi a eseguire misurazioni. Tali valori, saranno visualizzabili sia dal paziente tramite una comoda App, sia da un medico sul proprio pc, che potrà osservare in tempo pressoché reale gli effetti della terapia.
Un vantaggio sia per il paziente che conquista un’autonomia importante, evitando il ricovero, e per il sistema ospedale per l’abbattimento dei costi sanitari.
“Esprimiamo la nostra grande soddisfazione per i risultati finora conseguiti – dichiarano Lazzarotto, Michelagnoli, Chisci e Lo Sapio – e la gioia nel poter portare avanti un progetto così ambizioso, finalizzato a riportare un paziente critico alla rapida ripresa delle proprie abitudini di vita”.