Gli anziani sono stati le principali vittime del Covid-19. Tra questi, la situazione più tragica è stata quella degli ospiti delle RSA. In queste strutture vi sono ospiti con quadri complessi di comorbidità e gradi diversi di deficit cognitivo. Per capire i principali problemi e per rilanciare un nuovo modello che configuri un diverso approccio di Sanità territoriale, è partito un lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità a cui si è affiancato uno studio osservazionale avviato sempre dall’ISS in collaborazione con la SIGOT – Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio.
Viste le criticità del 2020, l’ISS, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha avviato un sistema di sorveglianza specifico per monitorare le infezioni da SARS-CoV-2 nelle strutture residenziali e identificare le necessità prioritarie. I risultati sono stati pubblicati a maggio 2021 nel Report “Sorveglianza Strutture Residenziali Socio-Sanitarie nell’emergenza Covid-19”, che ha analizzato l’andamento dell’epidemia nel periodo 5 Ottobre 2020 – 25 Aprile 2021. Le Regioni che hanno aderito sono state Abruzzo, Campania, Marche, Molise, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, per un totale di 842 strutture residenziali con 30.824 posti letto disponibili. Di queste, 359 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.775 posti letto.
Nel mese di novembre 2020 l’incidenza settimanale del Covid ha raggiunto un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali. Questo picco è in linea con quanto osservato nella popolazione generale. L’incidenza si riduce dopo l’inizio della campagna vaccinale: nell’ultima settimana di febbraio, nei mesi di marzo e aprile si raggiungono valori sovrapponibili o inferiori a quelli registrati nella prima settimana di ottobre; un dato in controtendenza rispetto all’andamento dell’epidemia nella popolazione generale. Anche per quanto riguarda i pazienti positivi trasferiti settimanalmente in ospedale, emerge un incremento a ottobre 2020, con un picco dello 0,5% a dicembre, seguito da un decremento dalla seconda metà di gennaio 2021, fino a raggiungere lo 0,1% nella settimana dal 19 al 25 aprile 2021. I decessi aumentano a ottobre 2020, con picco nella settimana dal 9 al 15 novembre, con circa l’1,2% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,8% per tutte le strutture. Un calo nel numero di decessi complessivi si osserva tra la fine di gennaio e marzo 2021, fino a raggiungere lo 0,6% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,4% per tutte le strutture nella settimana dall’15 al 21 febbraio 2021.
Gli indicatori analizzati mostrano un aumento dei contagi, degli isolamenti e dei decessi nei mesi di ottobre e novembre 2020 in linea con la popolazione generale. Tuttavia, in controtendenza con il dato nazionale, nelle strutture residenziali si è osservata una progressiva riduzione di ogni parametro nei mesi di febbraio-aprile 2021. Questo dato è presumibilmente da considerarsi in relazione all’inizio della campagna vaccinale, che ha interessato in maniera prioritaria gli ospiti di queste strutture e le persone severamente vulnerabili.
“I dati dell’ISS devono essere considerati alla luce delle estreme differenze esistenti sul territorio nazionale e sulla gestione complessiva di queste strutture, spesso relegate ad attori quasi passivi – commenta Claudio Costantini, referente Gruppo di Interesse RSA della SIGOT – Già nel periodo pre-Covid, la SIGOT aveva istituito un Gruppo di Interesse specifico per le RSA con diversi moduli di competenza, con Piemonte e Valle D’Aosta regioni pilota. Il progetto si è poi esteso a valenza nazionale con la definizione di un Osservatorio SIGOT Anziani RSA, che ha permesso di espandere i settori di analisi e sviluppo dei vari temi di interesse con particolare attenzione a quanto avvenuto durante le varie fasi pandemiche. I temi coinvolti sono Rischio Clinico e Risk Managment, RSA e Pronto Soccorso, RSA e Demenze, Cure Palliative in RSA, RSA e Caregivers”.
Il nuovo studio avviato da SIGOT e ISS, dal titolo “Monitoraggio della Vaccinazione Covid-19 in RSA (SIVAX-RSA)” rappresenta uno Studio osservazionale, prospettico, multicentrico, nazionale sugli effetti della vaccinazione negli anziani ospiti di RSA. Partendo dal presupposto che per questa popolazione non esistono ancora dati clinici specifici, lo studio a cui parteciperanno più di 60 RSA di tutto il territorio nazionale, con potenzialmente più di 3400 ospiti, consentirà la valutazione degli effetti in termini di efficacia e sicurezza della vaccinazione anti-Covid-19 in funzione del grado di fragilità e di compromissione cognitiva della persona anziana residente in RSA.
“Lo studio realizzerà una fotografia multidimensionale di queste strutture – evidenzia Alberto Castagna del Comitato Scientifico SIGOT – Le Residenze Sanitarie Assistenziali costituiscono un nodo fondamentale nell’assistenza sanitaria inserendosi tra le strutture ospedaliere per acuti e l’intervento domiciliare. Il contributo che si vuole offrire non è solo operativo, ma anche di programmazione. Abbiamo fatto dialogare strutture residenziali nazionali con l’approccio condiviso dell’analisi multidimensionale. Lo strumento scelto per l’analisi è il Multidimensional Prognostic Index (MPI), riconosciuto a livello mondiale, in quanto permette di tenere in considerazione oltre all’aspetto clinico e farmacologico, anche le componenti funzionali, psico-emotive, biologico-nutrizionali e socio-economiche dell’individuo anziano. A fianco dei normali strumenti di valutazione, è stata prevista la raccolta di altri parametri per valutare lo stato cognitivo, l’impiego di farmaci antipsicotici e le terapie specifiche per la demenza. Il dato di partenza assai rassicurante è che al momento la quasi totalità di questi pazienti è vaccinata”.
Il 35° Congresso Nazionale della SIGOT, in svolgimento dal 16 al 18 giugno in modalità online, è un’occasione per riflettere sulla centralità dell’anziano in questi mesi di pandemia e sul ruolo futuro della Geriatria. “L’anziano è stato al centro della pandemia Covid-19 – sottolinea il Prof. Alberto Pilotto (nella foto), Presidente SIGOT – I geriatri sono stati coinvolti sin dalla prima ora nella cura del Covid-19 in ospedale e nelle RSA. Successivamente sono stati i primi coinvolti a livello territoriale con la campagna vaccinale anti-Covid in RSA e ai soggetti più anziani. Ora la Geriatria è chiamata a organizzare e gestire la cura delle malattie croniche, incluse le conseguenze a breve e lungo termine della sindrome post-Covid: una sfida che secondo SIGOT deve muovere dall’approccio multidimensionale, metodo di riferimento geriatrico che permettere di caratterizzare la persona anziana e di definire l’andamento clinico delle malattie mediante una valutazione complessiva che tenga conto delle diverse “dimensioni” come malattie, disabilità, caratteristiche psicologiche e sociali”.
Il futuro della Geriatria è nelle mani dei giovani geriatri. Per questo il Congresso SIGOT è anche l’occasione per valorizzare il progetto SIGOT Young avviato dallo scorso anno. “Il progetto è realizzato da un gruppo di specialisti under 40 nell’ambito dalla Società – spiega Virginia Boccardi, Presidente SIGOT Young – Stiamo sviluppando diverse aree: formazione e training, ricerca e studi clinici, social network. Lo scopo del gruppo è di rendere più partecipi i giovani iscritti. Stiamo realizzando dei video a carattere divulgativo e ci proponiamo di sviluppare una rete con altri specialisti per favorire un approccio multidisciplinare nella cura dell’anziano”.