Spostarsi in Pediatria, per i bambini ricoverati, sarà un gioco grazie alla Ludobarella e alla Ludocarrozzina elettrica. Il coloratissimo dono è arrivato stamattina nell’Ospedale di Scorrano, recapitato dall’Associazione “Cuore e mani aperte verso chi soffre” ONLUS durante una cerimonia alla quale hanno partecipato il Direttore medico del “Veris delli Ponti”, Osvaldo Maiorano, il Direttore dell’U.O. “Pediatria”, Carmelo Perrone, il primo cittadino di Scorrano, Guido Nicola Stefanelli, don Gianni Mattia e Franco Russo, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’associazione. Attorno a loro alcuni amministratori locali e un nutrito gruppo di clown, una parte degli oltre 400 volontari impegnati negli ospedali salentini, in particolare nei reparti pediatrici.
Un segnale importante per il Direttore Maiorano: «Sono molto contento – ha sottolineato – perché la collaborazione tra ospedale, territorio e associazioni si sta verificando sempre più stesso, consentendo di coprire anche il campo dell’integrazione socio-sanitaria che riguarda le persone e segnatamente i bambini”. Per Perrone, impegnato quotidianamente nella cura dei piccoli pazienti, «sta succedendo qualcosa di bello nel nostro Salento. L’idea – ha aggiunto – del Polo Pediatrico del Salento, che sta pian piano sorgendo, è fondamentale perché attorno ad esso si sta creando una rete di assistenza estesa su tutto il territorio, in grado di dare risposte ai bambini che si ammalano e di ridurre i viaggi della speranza. E’ questo, del resto, l’obiettivo finale: curare ogni bambino qui nel Salento». Una possibilità che a Scorrano si è arricchita recentemente di un ambulatorio di Neurologia Pediatrica, unico del genere nel Salento e forte di competenze in campo neurologico e nell’affrontare le patologie legate all’epilessia.
Risultati favoriti dal dialogo continuo e fruttuoso tra Sanità Pubblica, Istituzioni locali e terzo settore. «Ciò che facciamo – ha rimarcato Russo – è un grande impegno e possiamo realizzarlo solo grazie all’aiuto delle persone che ci sostengono». Un’alleanza alla quale non si sottrae il sindaco Stefanelli: «Quello che fate oggi a Scorrano – ha detto – è un gesto nobile. Dove c’è solidarietà c’è amore verso il prossimo, soprattutto verso chi soffre, come i bambini. In questo senso la collaborazione della nostra cittadina con l’ASL è continua e può ancora produrre risultati positivi, perché questo ospedale ha tutte le potenzialità per soddisfare l’utenza».
Quindi le parole di don Gianni Mattia, che ha ricordato altre donazioni, dalla colorazione della Risonanza magnetica del Fazzi a quella della Sala Prelievi, così come le 4 ludobarelle regalate ai reparti pediatrici di Lecce e Gallipoli: «Nel caso di Scorrano, per la prima volta, oltre alla Ludobarella doniamo anche una Ludocarrozzina elettrica. Quello che ci spinge ad andare avanti – ha sottolineato – è innanzitutto la fiducia che ripongono in noi i tanti benefattori della nostra Associazione e l’impegno dei nostri volontari, ma ancora di più le testimonianze dirette di quanti beneficiano delle nostre donazioni. Ho avuto modo di verificare personalmente, grazie alla mia attività di cappellano ospedaliero, quanto e come cambi lo stato d’animo dei piccoli e conseguentemente dei loro genitori, afflitti dalla condizione di salute dei piccoli pazienti, quando utilizzano questi presidi medicali dalle sembianze ludiche di una chiocciola, di un taxi, di cars, ecc. Questo per noi significa molto, significa portare amore e colore in stanze grigie, che evocano pensieri carichi di preoccupazione».
Un’attenzione che si traduce in ospedali e cure a misura di bambino, temi sui quali – ha sottolineato a margine il Direttore Amministrativo della ASL Lecce Antonio Pastore, a Bari per impegni istituzionali – «come azienda sanitaria siamo profondamente impegnati e perciò sosteniamo con convinzione queste idee e coloro i quali le rendono possibili affiancandoci, perché crediamo che portino valore aggiunto alla Sanità Pubblica. Del resto, prendersi cura delle persone è il cuore della nostra missione aziendale, per cui ogni contributo in questa direzione è non solo ben accetto ma ci mette nelle condizioni di offrire un servizio sanitario migliore ai piccoli pazienti e alle loro famiglie e, di questo, non possiamo che esserne riconoscenti”.