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Scoperta l’origine autoimmune della malattia di Behcet

Ricercatori dell’Università di Genova e dell’Università di Verona guidati rispettivamente dai Prof. Antonio Puccetti, dal Prof. Claudio Lunardi e dalla Dr.ssa Marzia Dolcino hanno pubblicato sulla rivista “Journal of Immunologic Research” due lavori che dimostrano che la malattia di Behcet è una malattia autoimmune e che alcune molecole regolatrici del nostro genoma controllano il decorso clinico della malattia e le fasi di riacutizzazione.
La malattia di Behçet è una malattia infiammatoria multisistemica recidivante caratterizzato da ulcere orali e genitali, e manifestazioni oculari. La malattia è una vasculite dei piccoli vasi con infiltrati linfomonocitari. Colpisce le articolazioni, la cute, il sistema nervoso centrale e il tratto gastrointestinale. La causa della malattia è a oggi ancora sconosciuta anche se, in passato, è stata ipotizzata un origine autoimmune e colpisce prevalentemente soggetti tra i 20 e i 30 anni
“Attraverso un approfondita analisi genetica condotta su 540mila geni umani abbiamo dimostrato che la malattia di Behcet ha un’origine autoimmune, confermata dalla presenza nei pazienti studiati di una sottopopolazione di linfociti, detti TH17, e di marcatori sierologici, tipici dell’autoimmunità” spiegano i ricercatori protagonisti della scoperta.
“Nel secondo studio abbiamo identificato, nel genoma dei soggetti con Behcet, delle molecole, microRNAs, che sono i prinicipali regolatori delle risposte immuni. Abbiamo potuto identificare miRNA che regolano geni che controllano i diversi aspetti della malattia: la risposta infiammatoria/autoimmune, il danno ai vasi, la riacutizzazione del quadro clinico” raccontano.
Questi studi forniscono nuove conoscenze per capire i meccanismi immunologici che contribuiscono all’origine autoimmune della malattia di Behcet, di cui si sa ancora molto poco ma che rivestono molta importanza dato il grave tipo di manifestazioni cliniche.
Queste ricerche permettono inoltre l’identificazione di specifici regolatori di malattia, che possono rappresentare candidati promettenti come biomarcatori e/o per la progettazione di nuove strategie terapeutiche per la cura della malattia di Behcet.

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