È stata inaugurata venerdì 22 luglio, alla presenza della vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti la Casa di Comunità Spoke di Sant’Omobono Terme, in via Vanoncini 20. In rappresentanza dell’ASST Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi, Direttore generale del Papa Giovanni, e Simonetta Cesa, Direttore sociosanitario, hanno accolto le massime autorità locali. 

“L’inaugurazione della Casa di Comunità di Sant’Omobono prosegue la strada tracciata da Regione Lombardia per una sanità di prossimità e sempre più territoriale – ha sottolineato la vicepresidente di Regione Lombardia e assessore al Welfare Letizia Moratti -. Si tratta di una struttura importante che dovrà essere punto di riferimento per un territorio, lontano dai centri urbani, dove a maggior ragione i cittadini hanno bisogno di servizi e risposte concrete. Oltre all’attività degli operatori sanitari, un ulteriore valore aggiunto sarà dato dalla presenza dinamica e vivace delle associazioni. La loro partecipazione sarà fondamentale non solo per la promozione e sensibilizzazione delle loro attività, ma anche per la condivisione e la realizzazione degli obiettivi che ci siamo prefissi con il potenziamento della nostra sanità sul territorio”.  

Tra i presenti all’inaugurazione anche il Senatore Alessandra Gallone, il Senatore Tony Chike Iwobi, il Deputato Elena Carnevali, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi, i consiglieri regionali Alex Galizzi e Roberto Anelli, il vicepresidente della provincia di Bergamo Matteo Macoli, il presidente dell’Assemblea dei Sindaci dell’Ambito Valle Imagna e Villa d’Almè Gianbattista Brioschi. Presenti con la fascia tricolore d’ordinanza Sauro Ivo Manzoni, sindaco di Sant’Omobono Terme e molti sindaci dei comuni della Valle Imagna, a testimonianza dell’importanza dell’appuntamento per il territorio vallare.

Si tratta della seconda Casa di comunità gestita dall’ASST Papa Giovanni XXIII a prendere il via dopo l’apertura a febbraio 2022 della Casa di Comunità Hub di Borgo Palazzo. Entro il 2024 ne verranno aperte altre 4, secondo quando previsto dalla riforma della sanità lombarda per il territorio di competenza del Papa Giovanni XXIII.

L’organizzazione di questa tipologia di strutture prevede un’interazione costante tra l’ambito sociale e sanitario per la progettazione e l’erogazione di interventi sociosanitari, con l’intento di offrire al cittadino assistenza a 360 gradi, con particolare attenzione alla cronicità e fragilità, attraverso un’ampia rosa di servizi, che vanno dalla prevenzione alle cure primarie, dal supporto sociosanitario e sociale all’assistenza infermieristica e alla consulenza Specialistica e Psicologica rappresentando un nuovo modello di intervento integrato e multidisciplinare.

“La riforma della sanità lombarda sta procedendo spedita anche nel nostro territorio – ha commentato Maria Beatrice Stasi, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII –. Stiamo investendo numerose risorse per consolidare un nuovo panorama assistenziale che vede nelle Case di Comunità strutture polifunzionali pensate per offrire servizi multidisciplinari e intercettare i bisogni dei cittadini, soprattutto di chi ha particolari necessità e fragilità che richiedono elevata integrazione e continuità assistenziale Ospedale-Territorio. Al di là dei muri e degli spazi, stiamo sperimentando un modello organizzativo attraverso percorsi e servizi che rispecchiano i bisogni del territorio. Quello di oggi a S. Omobono è solo un primo passo verso una Casa di Comunità che, con il nuovo anno, raddoppierà i suoi  700 metri quadrati. L’iter di progettazione secondo i criteri di sostenibilità ambientale sarà concluso nell’autunno di quest’anno e la Casa è già completamente finanziata: rientrando negli ambiti di intervento del Programma Operativo di Regione Lombardia, la Casa di Comunità di S. Omobono Terme ha ottenuto un importante finanziamento dal PNRR”.  

Presso la Casa di Comunità di Sant’Omobono Terme, oltre ai servizi già presenti è disponibile il Punto Unico di Accesso, lo sportello polifunzionale che si occupa di accoglienza, analisi del bisogno e programmazione degli interventi attraverso l’attivazione dell’Equipe Multidisciplinare, che può avvalersi anche di una postazione di Telemedicina, che permette consulti con gli specialisti dell’Ospedale Papa Giovanni. Gli operatori del PUA offrono informazioni e orientamento sulla rete dei servizi sociosanitari e sociali più appropriati per il singolo caso. Il PUA di Sant’Omobono rappresenta un modello di integrazione tra sociosanitario e sociale, con la presenza dell’infermiere di famiglia e di Comunità e delle Assistenti Sociali dell’ambito, che hanno la propria sede presso la Casa di Comunità.

Ha spiegato Simonetta Cesa, Direttore socio sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII: “La Casa di Comunità di S. Omobono Terme è stata pensata sulla base dei bisogni di tutte le differenti fasce dei cittadini del territorio. Alla luce del lavoro di ricognizione si è deciso di potenziare i servizi del Consultorio, garantendo l’effettuazione di PAP Test, visite ginecologiche ed ecografie, consulenze sociali, attività psicologiche di consultazione, approfondimento psicologico ed interventi a sostegno del singolo e della famiglia ai fini di una valorizzazione delle risorse utili ad un riposizionamento adattivo in fasi di vita critiche con particolare attenzione alle fasce più giovani. Sono in programma anche attività di gruppo, ad esempio dedicate ai giovani sull’affettività e la sessualità e alle donne sui cambiamenti correlati alla menopausa. Inoltre, da settembre, per rispondere ai bisogni delle persone anziane e fragili verranno attivati ambulatori specialistici e un ambulatorio di neuropsicologia. Infine,  per gli anziani ed i loro care giver sono previste attività di gruppo, a cadenza mensile, con la presenza dello Specialista Fisiatra e del Fisioterapista con  l’obiettivo di fornire tutte le corrette informazioni e consigli per prevenire l’immobilità all’interno e all’esterno del domicilio attraverso una corretta e regolare attività fisica, per mantenere l’autonomia nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, per prevenire le cadute con conseguenti fratture, ridurre il rischio di sviluppare deficit cognitivi e mantenere uno stato di benessere soggettivo e una buona qualità della vita. In presenza di patologie disabilitanti verranno fornite tutte le corrette indicazioni anche ai caregiver sulla corretta movimentazione al domicilio e in ambienti esterni con o senza ausili. Sulla base di quanto verrà segnalato e richiesto dai partecipanti si potranno organizzare incontri informativi tematici, sempre con cadenza mensile, con la presenza di altri professionisti della Riabilitazione, quali il Logopedista, il Terapista Occupazionale e il Fisioterapista con competenze di riabilitazione respiratoria”.

La Casa di Comunità di Sant’Omobono Terme, per favorire la partecipazione del volontariato, ha identificato all’interno della struttura spazi adibiti alle Associazioni, quali la Croce Rossa Italiana e il Centro Antiviolenza Penelope, garantendo luoghi di incontro e di lavoro condivisi e da tempo collabora con il Gruppo Volontari Assistenza Domiciliare Valle Imagna, che ha la propria sede adiacente alla Casa di Comunità. Sono inoltre in atto interlocuzioni anche con altre Associazioni e Patronati, che hanno manifestato interesse a progettualità condivise.

“Nelle azioni di Regione Lombardia il rilancio delle aree interne e delle valli non può prescindere dal ruolo delle infrastrutture e dei trasporti – ha dichiarato l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile, Claudia Maria Terzi -. Le Case di Comunità sono infatti un importante presidio per la sanità del territorio e per migliorarne l’accessibilità Regione Lombardia ha stanziato oltre 3,2 milioni di euro per interventi di viabilità e mobilità sostenibile: opere molto attese in Valle Imagna e che daranno un nuovo futuro al territorio”.