Una delle sfide da sempre più impegnative è la sanificazione degli ambienti ospedalieri, sia dal coronavirus che in generale da batteri e virus spesso veicolo di infezioni tra i pazienti più fragili.
È in questo contesto che il Centro di Competenza Artes 4.0 ha indetto un anno fa un bando per il finanziamento di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale con l’utilizzo di tecnologie 4.0 in risposta all’emergenza da COVID-19.
Tra i vincitori, il progetto “Monatto”, messo a punto dalla Co-Robotics, start up della Scuola Superiore S. Anna di Pisa, a cui ha partecipato anche la Fondazione Don Gnocchi, finalizzato alla realizzazione di un robot chiamato “MoveR-1” impiegato in particolare nella sanificazione degli ambienti tramite lampade a raggi UV-C. Si tratta di un supporto robotizzato mobile in grado di mappare un’area ben precisa e di sanificarla muovendosi in autonomia e in condizioni di totale sicurezza, ottimizzando i tempi e l’efficacia dell’esposizione di raggi UV delle superfici target, anche grazie ad algoritmi sperimentali di intelligenza artificiale.
I primi test si sono svolti nei giorni scorsi con la sanificazione di alcuni ambulatori e palestre di riabilitazione dell’IRCCS “Don Gnocchi” di Firenze. Grazie all’utilizzo di marcatori sensibili ai raggi UV, i test hanno dimostrato che è possibile ridurre la carica virale e batterica del 99,9%, eliminando coronavirus, ma anche i “superbugs”, batteri antibiotico-resistenti particolarmente diffusi in ambienti sanitari, il cui contrasto è uno dei punti cardine delle azioni dell’OMS.
Tra le peculiarità del robot c’è anche la “modularità”: la piattaforma robotica è integrabile con diversi accessori per assolvere ad altre necessità della logistica interna, come il trasporto di oggetti pesanti, oppure potenzialmente contaminati. Telecamere notturne e a “occhio di pesce” consentono la visuale a 360 gradi, agevolando l’operatore nell’evitare ostacoli durante le manovre a distanza.
Funzionalità sicuramente efficaci per spostarsi in aree soggette a quarantena, ma anche nell’interazione con i pazienti, offrendo ad esempio il necessario supporto per videochiamate.
Se dotato di un particolare dispositivo elettronico, il robot è in grado di “dialogare” con un ascensore e salire autonomamente in altri piani. Grazie al complesso sistema di telecamere, potrebbe persino trasformarsi in guardiano, lanciando allarmi nel caso di presenze estranee.