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San Raffaele e Istituto dei Tumori di Milano: al via il servizio di “Medical coaching”

Malattie croniche? Arriva il medical choach: una figura capace di accompagnare il paziente cronico e la sua famiglia nella gestione quotidiana della malattia, seguendolo passo per passo e motivandolo ad affrontare le piccole grandi sfide quotidiane con vantaggia sia sulla qualità della vita dei malati che sul successo delle terapie.
Nella formula credono gli IRCCS milanesi San Raffaele e Istituto dei Tumori che hanno accolto e attiveranno quest’anno il servizio “Medici pazienti parenti”, un servizio di medical coaching promosso gratuitamente dalla Fondazione Quattropani Onlus, già sperimentato con successo al Policlinico nel 2017, e rivolto a persone affette da malattie onco-ematologiche croniche.
Il progetto è finanziato dalla Fondazione Renata Quattropani Onlus di Giovanna Ferrante, dal 2011 impegnata nel sostegno alla ricerca clinica sulla leucemia linfatica cronica.
I malati oncoematologici cronici in cura presso le tre strutture ospedaliere milanesi potranno scegliere se aderire al programma annuale di coaching che comprende sei mesi di incontri bisettimanali collettivi di 90 minuti, alcuni dei quali alla presenza di familiari dei malati, elemento decisivo per il successo di una terapia di medical coaching e sei mesi di incontri individuali su richieste, una sorta di sportello o “coaching time”.
Figura ancora poco conosciuta in Italia, il medical choach è particolarmente apprezzato in Israele e negli Stati Uniti dove l’argomento è oggetto di studi e ricerche per la sua efficacia nei casi di malattie croniche dal forte impatto economico sul sistema sanitario.
Uno strumento per gestire le difficoltà pratiche ed emotive della malattia cronica, affrontare il percorso clinico con regolarità rispetto alle indicazioni terapeutiche ma senza perdere di vista qualità e stile di vita lavorando su motivazione al cambiamento, gestione dello stress, fiducia, ovvero: rimettere al centro la persona rispetto alla malattia in una relazione costante, un accompagnamento a 360 gradi che coinvolge il paziente ma anche la sua famiglia.
Del servizio e dei suoi vantaggi per il sistema sanitario si è discusso in Regione Lombardia nel corso di un convegno al quale hanno preso parte tra gli altri Giovanna Ferrante, presidente della Fondazione Renata Quattropani Onlus, Roberto Assente e Michela Serramoglia, medical coach, Agostino Cortellezzi, Direttore UOC Ematologia IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Lidya Scarfò, medico ricercatrice di Medicina Interna presso l’ Ospedale San Raffaele di Milano.
“Vogliamo muoverci verso le persone in modo diverso, guardando oltre la sofferenza, al servizio di una ricerca più ampia, più profonda. Quella ricerca di cui tutti noi comprendiamo il valore, l’umanizzazione della cura che inizia da un’attenzione più mirata alle emozioni”, spiega Giovanna Ferrante di Fondazione Quattropani.
“Il lavoro del coach parte dall’ascolto del paziente, fondamentale perché lo stesso possa chiarire quali sono i suoi obiettivi e assumere nel dialogo un atteggiamento proattivo – spiega Roberto Assente, coach – Noi non lavoriamo sul passato ma sul presente, sull’oggi come motore di futuro, aiutando l’individuo a focalizzare in maniera più efficace e consapevole gli obiettivi da raggiungere e le scelte per raggiungerli”.

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