Impegnativo e significativo investimento tecnologico al San Matteo: interesserà, in modo particolare, la Neurochirurgia e l’Ortopedia.
Oltre 720.000 euro le risorse messe in campo, per l’acquisto, infatti, di due microscopi chirurgici a disposizione delle strutture dirette da Renato Galzio e Franco Benazzo: sono strumenti che ingrandiscono il campo operatorio, consentendo di vedere ciò che è invisibile ad occhio nudo; di individuare, più facilmente e con grande accuratezza, lesioni tumorali e rimuoverle con maggiore precisione.
La gara per la conseguente aggiudicazione della fornitura degli apparecchi di altissimo livello è già stata pubblicata: le due strumentazioni saranno installate al Blocco operatorio DEA e presso le sale operatorie ortopediche. La collaborazione fra ingegneri clinici e chirurghi è stata stretta e proficua: oltre ai due microscopi, la fornitura comprenderà tutto il materiale di consumo e un contratto di manutenzione full risk per cinque anni.
Vedere l’invisibile: non solo perché – spiegano i tecnici – si ingrandisce la scena e quindi si riescono a distinguere nuovi particolari ma anche perché si usano “trucchi” ottici all’avanguardia come la fluorescenza. Sostanze specifiche iniettate in circolo e illuminate con particolari lunghezze d’onda, rendono visibili i vasi sanguigni e strutture anatomiche nascoste.
“I moderni microscopi operatori – spiega Paolo Lago, Direttore dell’Ingegneria Clinica del San Matteo – non hanno solamente i doppi oculari. Sono ricchi di monitor ad alta definizione, presso cui vengono inviate le immagini raccolte dallo strumento principale o quelle di altri accessori: microendoscopi, esoscopi e telecamere esterne per fornire all’operatore diversi “punti di vista” e anche la visualizzazione 3D. Inoltre – aggiunge il tecnico del Policlinico – è possibile acquisire le precedenti immagini diagnostiche del paziente e interfacciarsi con gli strumenti di navigazione chirurgica”.