Cittadini che riconoscono nella struttura guidata dal dottor Michele De Angelis una qualificata esperienza, sopratutto nell’applicazione di tecniche endourologiche (unico centro di riferimento nazionale nell’area vasta), unitamente ad una casistica importante, oggi sviluppatasi ulteriormente con la chirurgia urologica-robotica: dalla prostectomia radicale per cancro prostatico, al tumore del rene con resezione parziale e salvataggio dell’organo o asportazione radicale, dalle malformazioni genetourinarie (stenosi del giunto) alla Linfoadenictomia per tumori del testicolo. Tutti interventi di alta complessità.
Sono un centinaio gli interventi realizzati dagli urologi in meno di cinque mesi nelle sale del San Donato che ospitano il robot Da Vinci. Una partenza a pieno regime che è stata possibile grazie alla lunga esperienza maturata sia da De Angelis con i robot, anche di precedente generazione, all’ospedale San Raffaele di Milano, che dal Dr Filippo Annino, giovane chirurgo di 33 anni, cresciuto professionalmente nel centro di urologia dell’Ospedale St. Augustin di Bordeaux, con il professor Richard Gaston, pioniere della chirurgia robotica, massima autorità europea in questa disciplina.
Come avviene ogni qualvolta si introducono nuove tecnologie, anche per il robot è bene sapere che in mancanza di personale già esperto, questa chirurgia può provocare dei veri e propri disastri. Arezzo ha praticamente “saltato” quella fase di sperimentazione a cui si sottopongono molte altre strutture ed i tempi tecnici degli interventi si sono subito ridotti, avvicinandosi a quelli della chirurgia tradizionale.