Oltre mille trattamenti effettuati su centosessanta pazienti, risultati terapeutici positivi e una buona qualità di vita nel corso delle cure, anche per il minor numero di sedute necessarie. E’ il bilancio di poco meno di un anno sull’impiego MR-Linac “Unity”, l’innovativo sistema per la radioterapia oncologica di precisione, utilizzato per la prima volta nel Sud Europa dall’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Nel Vecchio Continente sono stati installati solo 7 macchinari di questo tipo, 20 nel mondo.
L’acceleratore lineare, unico nel suo genere in Italia, è dotato a bordo di una Risonanza Magnetica ad alto campo, la stessa che viene utilizzata a scopo diagnostico dai radiologi. Una rivoluzione tecnologica – convivono in una stessa macchina radiazioni ionizzanti e campo magnetico – che non vincola più l’intero ciclo di cura al piano terapeutico effettuato il “giorno zero” tramite TC, ma grazie alla RM consente al radioterapista oncologo di modificare anche nel corso della stessa seduta la direzione e la distribuzione della dose del fascio radiante. Questo in base alla posizione e alle caratteristiche del bersaglio tumorale, sottoposte a variazioni a causa del movimento fisiologico degli organi interni, come per esempio il riempimento della vescica e del retto per quanto riguarda il tumore alla prostata. Il tutto in totale sicurezza per il paziente, in quanto, a differenza della TC, la RM può essere ripetuta anche più volte al giorno perché non utilizza raggi x ma campi magnetici.
“Con Unity vengono superati i limiti della radioterapia di precisione o stereotassica”, afferma Filippo Alongi, direttore della Radioterapia Oncologica Avanzata dell’IRCCS di Negrar e professore associato della facoltà di medicina all’Università di Brescia. “Con i sistemi convenzionali, proprio per il naturale movimento degli organi, eravamo costretti a irradiare una zona più ampia rispetto al tumore e con dosi minori per non danneggiare porzioni di tessuto sano necessariamente coinvolte. Grazie all’innovativo utilizzo delle immagini ad alta risoluzione della RM prima e durante ogni seduta – precisa il medico – possiamo indirizzare con precisione millimetrica dosi di radiazioni tali da neutralizzare le cellule tumorali, senza coinvolgere i tessuti sani e con un minor numero di sedute. Con i sistemi convenzionali, il ciclo di cura per la neoplasia prostatica prevede una seduta giornaliera per 6-7 settimane, con “Unity” siamo passati a 5 giorni, come stabiliscono i protocolli nazionali ed internazionali”.
Dall’ottobre del 2019 la Radioterapia Oncologica Avanzata di Negrar ha sottoposto a trattamento più di 160 pazienti, per un totale di oltre mille sedute. “La radioterapia con Unity si sta confermando un’alternativa non invasiva all’intervento chirurgico per casi selezionati di tumore alla prostata – prosegue -. Intervento che, per quanto accurato, può comportare rischi di incontinenza urinaria e di disfunzione erettile. Con Unity, invece, 9 pazienti su 10 dopo solo 5 sedute hanno registrato un significativo calo del valore PSA nel sangue, indicatore indiretto della malattia oncologica e, secondo diversi studi, fattore predittivo di risposta a lungo termine. Mentre al primo controllo PET 7 pazienti su 10 affetti da una o più metastasi addominali e pelviche hanno riportato una remissione o totale scomparsa della sede attiva di malattia, rispetto allo stesso esame effettuato precedentemente al trattamento. Finora non si sono verificati effetti collaterali gravi anche nei soggetti più fragili, come rilevano i dati che il 10 ottobre presenteremo al web meeting del consorzio delle strutture che utilizzano questa tecnologia”. Tra queste il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, il MD Anderson Cancer Center di Houston e il Royal Marsden di Londra.
La qualità di vita durante le cure è stato un altro ambito indagato in questo primo anno di esperienza clinica. “I questionari somministrati a ogni paziente hanno rilevato una buona qualità di vita durante il trattamento per tutte le fasce di età, compresi i più anziani e fragili per presenza di altre patologie concomitanti. I dati clinici emersi sono stati pubblicati sul Journal of Cancer Research and Clinical Oncology, su Acta Oncologica e su Radiation Oncology”.
La sfida ora sono i pazienti con recidiva tumorale già sottoposti in passato a radioterapia. “Grazie alla guida di precisione della RM possiamo escludere o ridurre l’esposizione dei tessuti già irradiati per minimizzare gli effetti collaterali – conclude il primario -. Abbiamo infatti iniziato a trattare sedi non solo come la prostata o le ricadute linfonodali e ossee in pelvi e addome, ma anche il distretto toracico e recentemente anche quello cerebrale”.
Molti dei 160 pazienti curati sono stati arruolati per lo studio prospettico e osservazionale, ancora aperto, per il quale la Regione Veneto ha incaricato l’IRCCS di Negrar di definire un modello di utilizzo ottimale della risorsa Unity anche per quanto riguarda tumori come quello del pancreas e del fegato.