Si chiama resezione o vaporizzazione al plasma, ed è una metodica innovativa attualmente proposta da pochissime strutture in tutta Roma, e solo presso l’Ospedale San Carlo di Nancy in regime pubblico. “Una tecnica innovativa ma ben confermata, con migliaia di casi già effettuati in America”, spiega il dott. Leonardo Marchionni, a garanzia della sicurezza della tecnica.
“Presso l’Ospedale San Carlo di Nancy abbiamo iniziato a operare i pazienti affetti di iperplasia prostatica benigna a inizio anno e sono già oltre 40 gli interventi eseguiti. I tempi medi di ricovero sono stati di due giornate, rispetto ai circa quattro di prima, in cui veniva effettuato l’intervento con la resezione standard o bipolare. “Non abbiamo registrato nessuna complicanza e nessuna necessità di trasfusione”, continua Marchionni.
L’iperplasia prostatica benigna, condizione estremamente frequente, viene trattata chirurgicamente per via endoscopica. Attualmente l’intervento definito “gold standard”, ovvero quello maggiormente utilizzato per questa metodica è detto TURP. Attraverso un resettore con fonte mono o bipolare, per via endoscopica, si aggredisce l’adenoma e lo si asporta. Alla TURP sono state affiancate negli anni altre due metodiche per via endoscopica: il laser e la vaporizzazione al plasma. La letteratura scientifica ha prodotto diversi lavori di confronto tra laser e TURP e tra vaporizzazione al plasma e TURP.
“Nel caso della vaporizzazione al plasma – spiega Marchionni – si osservano una serie di vantaggi che ci hanno proprio spinto a introdurre questa tecnica nelle nostre sale operatorie”. I tempi operatori sono sovrapponibili a quelli di una classica TURP ma decisamente minori rispetto a quelli necessari per una resezione con laser. Inoltre, rispetto alla TURP, riduce del 16% i tempi di ospedalizzazione e del 64% i casi di nuovo ricovero dopo intervento, ad esempio per complicanze quali sanguinamenti. Proprio i sanguinamenti, infatti, sono praticamente azzerati con l’impiego di questa metodica, che in pratica vaporizza il tessuto, facendolo passare dallo stato solido a quello gassoso e eliminando quindi il rischio di emorragie. “Inoltre, aggiunge il dott. Marchionni, rispetto al laser questa tecnica riduce anche la cateterizzazione”. In media, infatti, dopo un giorno il catetere viene rimosso, mentre con il laser, che generalmente produce molti disturbi irritativi, di solito i tempi sono più lunghi.
“Con la tecnica di vaporizzazione da noi proposta – sottolinea l’esperto – riusciamo comunque ad eseguire una campionatura del tessuto prostatico per eseguire un esame istologico”. La vaporizzazione al plasma è indicata in tutte le condizioni di ipertrofia prostatica benigna, a prescindere dalle dimensioni. Anche in caso di adenomi prostatici voluminosi è possibile eseguire una resezione e vaporizzazione che evita la necessità di un intervento chirurgico a “cielo aperto”. La vaporizzazione al plasma, infine, è particolarmente indicata per tutte le persone che vogliono risolvere il problema prostatico con un minor sanguinamento per motivi religiosi o per pazienti con problemi cardiaci o che fanno uso di antiaggreganti o anticoagulanti.