Repower: ricerca sulle PMI italiane appartenenti al settore healthcare e benessere nello scenario post Covid
“PMI. La ripresa post-Covid in 8 focus”: Repower, gruppo svizzero attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, ha affidato al Sole24 ORE e Infodata, il progetto di datajournalism del Sole 24 Ore che analizza i fatti attraverso i numeri, una ricerca in cui vengono indagati 8 settori chiave del nostro tessuto imprenditoriale attraverso altrettanti focus dettagliati.
Durante il lockdown, Repower ha voluto rafforzare il rapporto con le più di 35.000 aziende con cui è in contatto non solo per la fornitura della commodity, ma anche per le soluzioni sviluppate nella mobilità sostenibile e nell’efficienza energetica, mettendo a disposizione la propria esperienza e vision per offrire un contributo concreto alla strategia per la ripresa.
Ogni focus è composto da un sommario iniziale, da un’analisi dei vari cluster di cui si compone il settore, con numeri e dati aggiornati, e si conclude con i 10 consigli per battere il Covid-19 nei diversi business.
Quellod ell’healthcare e del benessere è un settore che funziona, nel nostro Paese, con circa 54mila imprese che occupano quasi 480mila addetti, un contributo diretto al Pil dell’1,2% e un fatturato complessivo che è passato dai 42 miliardi di euro del 2013 ai circa 50 stimati per fine 2019.
In Italia la spesa media legata alla salute a famiglia è di 1.500 euro, di cui la fetta principale è rappresentata da farmaci e servizi medico/dentistici, spesa che tra il 2000 e il 2018 è cresciuta del 23%. La salute degli italiani non è tra le migliori, con 3 persone su 10 affette da malattie croniche, e un ricorso all’assunzione di farmaci quindi frequente: l’indagine sugli aspetti della vita quotidiana dell’Istat ha registrato che il 43% del totale ha dichiarato di aver assunto almeno un medicinale negli ultimi 2 giorni.
Il numero di farmacie e parafarmacie è in aumento, con un +5,9% registrato dal 2017 al 2020, che ha sfiorato quest’anno i 20mila esercizi, 1.651 aperti in 3 anni.
Con l’arrivo in Italia dell’emergenza coronavirus, i business legati al wellness si sono fermati, mentre le farmacie e tutti i negozi del commercio di prodotti sanitari hanno continuato le loro attività, con il settore salute che non ha risentito in modo significativo del ciclo economico e una domanda che tenderà a stabilizzarsi nel medio periodo.
Come ormai noto, le vendite di mascherine hanno iniziato a crescere a fine gennaio, con un fatturato che in una sola settimana è impennato passando da 42mila euro a 180mila euro, fino ad arrivare a 385mila in soli sette giorni, 12 volte più della media del periodo.
A livello globale si stima che la domanda di prodotti di sanificazione per le mani aumenterà del 67% nel 2020 per diminuire di solo l’8% nel 2021, mentre per quasi tutti gli altri tipi di prodotti non medicinali è prevista una perdita più contenuta quest’anno, ma un ritorno ai volumi del giro d’affari già a partire dal 2021.
Resta il nodo Rsa che, a causa della grossa crisi delle strutture soprattutto del nord Italia, risentiranno della condizione economica in peggioramento, con calo di posti di lavoro e di numero degli ospiti. Anche per il settore wellness si prevede una crisi sul medio/lungo termine, dovuta sia ai costi più elevati per l’attuazione delle norme di sanificazione e di distanziamento che ai timori legati alla sicurezza e alla crisi economica globale.
Anche in questo contesto il digitale sarà uno dei fattori chiave di sviluppo per il futuro, sia attraverso la fornitura diretta di servizi, consulenza e supporto a domicilio, sia attraverso la costruzione di brand community. Sicurezza, personalizzazione, revisione dei costi e ottimizzazione delle risorse saranno tra i driver per la ripresa del settore