RedHill Biopharma ha annunciato che i dati top-line preliminari dello studio clinico di Fase II con opaganib somministrato per via orale nei pazienti ricoverati con polmonite da COVID-19 condotto negli Stati Uniti hanno fatto emergere segnali positivi in termini di sicurezza ed efficacia.
Negli Stati Uniti, lo studio di Fase II proof-of-concept randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo con opaganib ha arruolato 40 pazienti che necessitavano di ossigenoterapia. Lo studio, di cui non era stata calcolata la potenza ai fini statistici, mirava a valutare la sicurezza e a identificare i primi segni di attività. I pazienti arruolati nello studio sono stati randomizzati con un rapporto 1:1 nel gruppo di trattamento con opaganib o placebo in aggiunta alle cure standard e sono stati seguiti per 42 giorni dall’inizio del trattamento.
È attesa nelle prossime settimane l’analisi completa dei dati, che comprendono le analisi dei biomarcatori virali e infiammatori, i fattori di rischio all’inizio dello studio e le stratificazioni della terapia di base dettata dallo SoC. L’Azienda fornirà i dati per una peer review quando saranno disponibili.
“Siamo soddisfatti di questi incoraggianti risultati top-line del nostro studio esplorativo di Fase II che confermano la sicurezza di opaganib e fanno emergere segnali promettenti di attività nel trattamento di pazienti affetti da COVID-19 e che necessitano una supplementazione di ossigeno. Questi risultati preliminari supportano il nostro attuale studio globale di Fase II/III sulla polmonite grave da COVID-19, i cui risultati sono attesi per il primo trimestre del 2021. Continuiamo a lavorare diligentemente per mettere insieme una serie di dati affidabili a sostegno della potenziale presentazione a livello globale di richieste di autorizzazione per l’uso di emergenza”, ha dichiarato Mark L. Levitt, Direttore medico di RedHill.
Gilead Raday, Chief Operating Officer di RedHill, ha aggiunto: “Opaganib è caratterizzato da una duplice modalità di azione unica nel suo genere, antinfiammatoria e allo stesso tempo antivirale, che agisce sia sulla causa che sugli effetti del COVID-19. Opaganib bersaglia la sfingosina chinasi-2, un componente delle cellule umane coinvolto nella replicazione virale e non il virus stesso. Le prove sempre più numerose di nuove mutazioni del SARS-CoV-2 emergenti a livello globale sottolineano l’importanza di questo meccanismo unico, che potenzialmente riduce al minimo il rischio di resistenza virale alla terapia. I trend di miglioramento dei pazienti mostrati dai dati top-line preliminari supportano lo studio di Fase II/III con opaganib attualmente in corso, che permetterà una conoscenza più approfondita dell’attività di questa sostanza.”
L’efficacia di opaganib nella polmonite grave da COVID-19 è stata ulteriormente analizzata in uno studio globale di Fase II/III attualmente in corso, di cui si prevede la comunicazione dei dati top-line nel primo trimestre del 2021. Questo studio viene condotto in circa 30 siti clinici in diversi Paesi; l’arruolamento dei 270 pazienti previsti è in fase di completamento. Lo studio è stato sottoposto a due revisioni non in cieco dei dati relativi alla sicurezza da parte di un Comitato indipendente per il monitoraggio dei dati e della sicurezza, con raccomandazioni unanimi per la prosecuzione lo studio. Nelle prossime settimane il DSMB condurrà un’analisi ad interim per giustificare la continuazione, che valuterà i dati dei primi 135 soggetti che hanno raggiunto l’endpoint primario.
I risultati top-line dello studio di Fase II con opaganib condotto negli Stati Uniti su pazienti ricoverati con polmonite da COVID-19 sono preliminari e sono stati forniti all’Azienda da un soggetto terzo indipendente a seguito di un’analisi indipendente iniziale e restano soggetti a riesame e ulteriori analisi. Il riesame e le analisi potrebbero dar luogo a riscontri non in linea con i risultati resi noti nel presente comunicato e potrebbero non essere replicati in studi futuri.
Opaganib, una nuova entità chimica, è un inibitore selettivo proprietario, first-in-class, somministrato per via orale, della sfingosina chinasi-2 con comprovata duplice attività antiinfiammatoria e antivirale che bersaglia un componente della cellula ospite coinvolto nella replicazione virale, riducendo potenzialmente al minimo la probabilità di resistenza virale. Opaganib ha anche mostrato un’attività antitumorale e ha molteplici potenziali indicazioni oncologiche, virali, infiammatorie e gastrointestinali.
Opaganib ha ricevuto la designazione di farmaco orfano dall’FDA statunitense per il trattamento del colangiocarcinoma ed è in corso di valutazione in uno studio di fase IIA sul colangiocarcinoma avanzato e in uno studio di fase 2II sul cancro alla prostata. Opaganib è anche in fase di valutazione come trattamento per la polmonite da COVID-19 in uno studio globale di Fase II/III e ha fatto emergere segnali positivi in termini di sicurezza ed efficacia in dati top-line preliminari tratti da uno studio di Fase II condotto negli Stati Uniti.
I dati preclinici hanno dimostrato sia le attività antinfiammatorie che antivirali di opaganib, con il potenziale di migliorare i disturbi polmonari di natura infiammatoria, come la polmonite, e mitigare i danni al parenchima polmonare. Opaganib ha dimostrato una potente attività antivirale contro il SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19, inibendo completamente la replicazione virale in un modello in vitro di tessuto bronchiale polmonare umano. Inoltre, studi preclinici in vivo hanno dimostrato che opaganib ha ridotto i tassi di mortalità per infezione da virus influenzali e ha migliorato le lesioni polmonari causate da Pseudomonas aeruginosa, riducendo i livelli di IL-6 e TNF-alfa nei lavaggi broncoalveolari.
Opaganib è stato originariamente sviluppato da Apogee Biotechnology Corp., con sede negli Stati Uniti, e ha completato numerosi studi preclinici di successo in modelli oncologici, infiammatori, GI e di radioprotezione, oltre a uno studio clinico di fase 1 su pazienti oncologici con tumori solidi avanzati e un ulteriore studio di fase 1 sul mieloma multiplo.
Lo sviluppo di opaganib è stato sostenuto da sovvenzioni e contratti delle agenzie governative federali e statali degli Stati Uniti assegnati ad Apogee Biotechnology Corp., tra cui il NCI, il BARDA, il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti e l’ufficio FDA per lo sviluppo di prodotti orfani.
Gli studi in corso con opaganib sono registrati su www.ClinicalTrials.gov, un servizio basato sul web dell’Istituto nazionale di sanità degli Stati Uniti, che fornisce accesso pubblico alle informazioni su studi clinici finanziati da enti pubblici e privati.