Arriva al Pronto Soccorso dell’ospedale San Gerardo per un dolore inguinale, i sanitari scoprono un raro tumore che dal rene si è esteso al cuore.
È una storia a lieto fine quella di un uomo di 75 anni, ex muratore, che di certo non si aspettava, per un dolore all’inguine, di essere in una situazione di gravità e complessità tale da dover essere sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico.
Già al Pronto Soccorso la prima scoperta: dopo un’attenta valutazione clinica e strumentale, i sanitari decidono di intraprendere un iter diagnostico che mette in luce una massa tumorale al rene sinistro fino a quel momento sconosciuta, che si estende con una metastasi per continuità all’atrio destro del cuore attraverso la vena cava inferiore.
Il paziente a quel punto viene ricoverato nel reparto di Urologia diretto dal prof. Marco Grasso per ulteriori accertamenti. Nelle ore successive al ricovero, per il rapido progredire del tumore all’interno delle camere cardiache, il caso viene discusso in sede multidisciplinare insieme a cardiochirurghi, oncologi, anestesisti e gli stessi urologi per pianificare il migliore approccio terapeutico possibile. I professionisti del San Gerardo decidono allora di programmare un intervento chirurgico di rimozione della massa tumorale renale e cardiaca mediante la formazione di una équipe congiunta formata da chirurghi urologi e cardiochirurghi dell’équipe del prof. Giovanni Paolini. Nella prima fase dell’intervento chirurgico, è stato asportato il rene sinistro comprensivo della massa tumorale. Essendo la massa tumorale estesa anche nella cavità atriale destra del cuore, l’intervento chirurgico è stato poi eseguito in circolazione extracorporea, durante una fase di arresto totale della circolazione sistemica e garantendo la perfusione del cervello. La fase di arresto del circolo ha permesso, inoltre, ai chirurghi urologi una contestuale rimozione del tumore insediato all’interno della vena cava inferiore. L’intervento chirurgico è durato più di 7 ore.
La scelta di procedere con la tecnica di circolazione extracorporea non è stata assolutamente casuale, ma finalizzata a ridurre al massimo il rischio di complicanze postoperatorie, ancora molto frequenti in questo tipo di procedure chirurgiche ad elevata complessità.
Il paziente è stato dimesso in ottime condizioni dopo circa 15 giorni dall’intervento chirurgico, e riceverà a breve una nuova terapia antitumorale.
“La multidisciplinarità messa in atto presso l’ospedale S. Gerardo attraverso il contributo specialistico di urologi, cardiochirurghi, oncologi ed anestesisti – sottolinea il Direttore Generale della ASST di Monza Mario Alparone – è stata determinante per il buon esito di questo raro caso clinico. I nostri professionisti, ancora una volta, hanno dimostrato l’elevato standard di cure offerto anche nei casi più complessi dalla ASST di Monza”.