E’ stato inaugurato il nuovo acceleratore lineare della Radioterapia del Papa Giovanni XXIII. Alla cerimonia ha partecipato il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, in visita ufficiale a Bergamo. Il macchinario è stato acquistato grazie a un finanziamento di Regione Lombardia, che ha messo a disposizione 3 milioni di euro complessivi, tra costi di acquisto e installazione. Il nuovo strumento sostituisce l’unica apparecchiatura non di ultima generazione rimasta all’Ospedale di Bergamo, che in diciassette anni di attività ha curato circa 6.500 pazienti. Il nuovo acceleratore lineare (LINAC) opererà insieme agli altri due acceleratori di fascia elevata, in grado di consentire quasi tutte le tecniche di alta precisione ed accuratezza. Si aggiorna quindi la dotazione tecnologica della Radioterapia, che ora può contare su un parco macchine di tre LINAC per trattamenti a fasci esterni e di un LINAC mobile per la Radioterapia Intraoperatoria, collocato in una sala chirurgica.
I primi trattamenti di radioterapia con il nuovo macchinario sono iniziati giovedì 27 agosto. Il nuovo strumento di alta gamma permette di erogare, con eccezionale precisione ed accuratezza, la giusta dose di radiazioni ionizzanti ad alta energia sul bersaglio tumorale da distruggere. Gli avanzati algoritmi che caratterizzano il software di pianificazione dosimetrica rendono possibile il calcolo accurato delle dosi di terapia anche con le tecniche più complesse. Grazie al suo evoluto sistema di gestione, il nuovo LINAC permetterà di estendere i casi per i quali sarà possibile fare ricorso alla radioterapia stereotassica, ottenendo così un maggiore risparmio dei tessuti sani. Questa metodica non è sempre praticabile con gli acceleratori tradizionali, specie per i bersagli cerebrali complessi o multipli. Anche le caratteristiche meccaniche e di movimento del lettino di trattamento permettono un’elevata accuratezza e riproducibilità, grazie a speciali tecniche che permettono il riposizionamento fine del paziente prima di ogni erogazione del trattamento.
Sono 1.700-1.900 i nuovi casi ogni anno che sono sottoposti a prima valutazione radioterapica, di questi più di 1.000 sono accettati per effettuare un ciclo di trattamento. “Dopo la riduzione delle attività dovuta all’emergenza sanitaria, gli appuntamenti stanno ora tornando a pieno regime. L’attività di diagnosi, degli altri ambulatori specialistici e delle chirurgie è ripresa e questo comporta anche per noi radioterapisti un ritorno all’attività ordinaria – ha spiegato Luigi Franco Cazzaniga, direttore della Radioterapia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo -. Il nuovo Linac potrà dare un grosso contributo in termini di precisione e di accuratezza, a beneficio dei nostri pazienti”.

Un beneficio evidente soprattutto nei casi a maggiore complessità. Il nuovo LINAC rende possibile concentrare il trattamento in 10-15 minuti, indipendentemente dal fatto che il bersaglio sia singolo o multiplo. Le apparecchiature più obsolete in questi casi necessitano da 40 a 60 minuti di tempo per il trattamento di ogni singolo bersaglio. Per i radioterapisti è così possibile ottimizzare i tempi delle agende. In pratica, in alcuni e selezionati casi, si concentreranno i trattamenti in un’unica seduta o in poche. Questo comporta un minor disagio per il paziente, che vede ridursi gli accessi all’Ospedale e il numero degli spostamenti per seguire il ciclo di terapie.
Nonostante l’emergenza Covid-19, il cronoprogramma di installazione è stato rispettato. Le fasi di consegna dell’apparecchiatura sono state seguite dall’Ingegneria clinica, diretta da Maddalena Branchi.
A gennaio l’acceleratore da sostituire è stato smontato. Al personale medico, tecnico e infermieristico della Radioterapia è stato chiesto di riorganizzare tutto il lavoro su due turni, giornaliero e serale, per garantire le prestazioni con le due macchine rimanenti. A inizio maggio l’arrivo dell’apparecchiatura e l’avvio della fase di installazione, con la collaborazione dell’ufficio Tecnico. L’Unità di Fisica Sanitaria, diretta da Stefano De Crescenzo, ha effettuato l’accettazione dell’apparecchiatura, caratterizzando con elevata accuratezza i campi di radiazione prodotti: un lavoro intenso, che ha visto gli specialisti in fisica medica impegnati per circa due mesi e mezzo. L’ultima settimana di agosto hanno avuto inizio le sedute con i primi pazienti.
«L’ammodernamento della nostra dotazione tecnologica non conosce sosta – ha sottolineato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Nelle nostre strutture abbiamo in funzione 15.000 dispositivi di vario tipo che necessitano di essere mantenuti e soprattutto sostituiti quando invecchiano. Questa è per noi l’occasione per ringraziare Regione Lombardia, che soddisfa molte delle nostre esigenze, soprattutto quando si tratta di investimenti consistenti come questo. Un plauso e un grazie particolare va ai nostri ingegneri, a tutto il nostro personale amministrativo, tecnico, agli specialisti in fisica medica e a tutti gli operatori della Radioterapia. Tutti hanno dato la piena disponibilità per questa operazione non semplice. Siamo riusciti a portarla a termine garantendo le visite urgenti ai pazienti anche durante il periodo dell’emergenza covid-19”.