Il welfare aziendale, ovvero lo strumento per eccellenza che consente di migliorare il clima lavorativo e il benessere dei dipendenti, è stato protagonista di un’importante trasformazione sociale e culturale nel corso degli ultimi anni.

Se in passato le iniziative di welfare erano perlopiù caratterizzate da piani di fringe benefits o programmi di assistenza e previdenza riservate ai dirigenti e agli impiegati più qualificati, oggi l’offerta si estende a un numero sempre maggiore di dipendenti e include anche accordi con catene di supermercati, negozi, palestre e agenzie di viaggio oltre a corsi per coltivare i loro hobby nel tempo libero.

Oggigiorno, sono quindi molteplici le iniziative integrate nel corporate welfare che, per le aziende, rappresenta una strategia vincente che aiuta a trattenere i talenti, fidelizzarli e attrarne di nuovi offrendo vantaggi che vanno oltre l’aspetto economico. Questo permette un migliore equilibrio tra lavoro e vita personale nella consapevolezza che la competizione si gioca sempre più sul capitale umano.

E sono proprio le persone, con le loro competenze e le loro motivazioni, a fare la differenza in un’azienda e a impattare positivamente sulla produttività del business.

I dati del report dello scorso anno del Corporate Welfare Lab della Sda Bocconi intitolato “Il Welfare Aziendale: Strategia per la Crescita Economica delle Imprese e il Benessere dei Lavoratori” confermano, infatti, che politiche di welfare aziendale ben congeniate aumentano in misura considerevole la probabilità di conseguire un incremento dei ricavi superiore al 10%. Inoltre, sempre da questo report, emerge un’influenza positiva sull’attrattività dell’azienda, nonché sulla percezione di coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori all’interno dell’organizzazione.

In altre parole, prevedere e implementare un progetto di welfare aziendale efficace significa migliorare qualitativamente la vita dei lavoratori, che in questo modo contribuiranno maggiormente al successo e alla produttività dell’azienda.

Le aziende si sono trovate a dover rispondere a nuove esigenze dei lavoratori, soprattutto a partire dal post-pandemia: i dipendenti hanno ridisegnato le loro priorità e richiedono sempre più benessere fisico e mentale. La necessità, da parte delle organizzazioni, di disporre e offrire strumenti semplici in grado di centralizzare la cura della salute dei dipendenti è un trend emerso anche in occasione dell’ultimo Richmond Human Resources Forum.

Come riportato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, i disturbi di ansia e depressione sono aumentati del 25% rispetto al periodo pre-pandemico. Si tratta di una tendenza confermata anche a livello locale dai recenti dati dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano che rivelano che solo una piccola parte dei lavoratori “sta bene”.

Non c’è quindi da stupirsi se alcuni benefit tradizionali, come l’auto aziendale, stiano perdendo importanza per lasciare il posto a nuovi prodotti in grado di rispondere alle mutate esigenze e necessità dei lavoratori.

I dati del VII Rapporto Censis-Eudaimon riportano che l’82,8% degli italiani è più attento rispetto al passato al proprio benessere psicofisico, alla salute e alla gestione dello stress. L’aspetto psicologico e della salute sono sicuramente quelli che più di tutti hanno sentito l’impatto negativo della pandemia ed è quindi importante e prioritario per le organizzazioni includere il supporto psicologico e medico nei piani di welfare aziendali a favore del benessere fisico e mentale dei dipendenti.

Gli italiani, in particolare i più giovani, nella scelta del lavoro tengono sempre più conto delle proprie esigenze di benessere e più alta qualità della vita, chiedendo alle aziende di assicurare, oltre a retribuzioni e carriere allettanti, ulteriori benefici, a cominciare da garanzie tangibili per il benessere personale. Questo trend viene confermato dal VII Rapporto Censis-Eudaimon.

La nuova frontiera del welfare è quindi quella della salute mentale e fisica che oggi è una priorità da includere nelle strategie HR di ogni azienda, piccola o grande che sia.

Le organizzazioni sono per questo chiamate a mettere a disposizione dei propri dipendenti piattaforme e servizi ad hoc, oltre a check-up annuali o assistenza sanitaria integrativa. Medico dedicato, servizi personalizzati per tutti i lavoratori e accesso semplificato ad essi tramite app su smartphone sono già soluzioni molto concrete da promuovere e potenziare, che aprono, appunto, la nuova era del welfare aziendale.

Questo viene confermato dai dati del VII Rapporto Censis-Eudaimon che rivelano che proprio il 79,3% degli intervistati vorrebbe che i servizi di welfare aziendale fossero accessibili e gestibili tramite app su smartphone così da facilitarne l’utilizzo e la fruizione.

Garantire servizi di welfare in linea con le nuove esigenze e aspettative dei dipendenti è una delle sfide principali per chi si occupa di gestione delle risorse umane.

Se da un lato la divisione HR in questo clima in costante evoluzione è alle prese con un cambiamento importante, dall’altro ha anche l’opportunità di innovare attraverso la tecnologia, migliorando il benessere e l’esperienza complessiva dei lavoratori.

Solo le aziende più lungimiranti potranno indirizzare questa sfida con azioni concrete contribuendo a plasmare il futuro della sanità e soprattutto a inaugurare una nuova era in cui il benessere mentale non sarà più un tabù, oggetto diffuso giudizi e pregiudizi, ma in cui la promozione della salute psicologica sarà ritenuta una base essenziale delle strategie aziendali per valorizzare il capitale umano e aumentare, al contempo, la produttività del business.

(di Andrea Orani, CEO e Co-Founder di Elty di DaVinci Salute)