È stato pubblicato, sul numero di giugno 2018 della rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences”, un lavoro condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università Milano-Bicocca e dell’Unità di Risonanza magnetica funzionale dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi diretto dal professor Eraldo Paulesu. La volontà di eseguire un’azione è un’esperienza quotidiana che tutti sperimentano usualmente, spesso senza rivolgervi alcun tipo di attenzione consapevole. Ispirandosi a un recente modello cognitivo, definito “The What, When and Whether model of intentional action”, il gruppo di ricerca GSD, in particolare la dottoressa Laura Zapparoli e i suoi collaboratori, ha indagato la possibilità di suddividere la volontà dell’individuo di muoversi in tre distinte “componenti”, assimilabili a tre diverse decisioni circa l’azione che si vuole compiere: quale eseguire, quando eseguirla e se metterla in atto oppure arrestarla prima che si verifichi. I ricercatori hanno così scoperto come le tre componenti dell’intenzionalità possano effettivamente essere dissociate l’una dall’altra a livello neurale, essendo sostenute da circuiti neurofunzionali di aree corticali e sottocorticali parzialmente distinti. Con questo studio, viene dimostrato come la nostra volontà di muoverci sia in realtà un fenomeno complesso e multiforme, sebbene sullo sfondo rispetto al normale fluire del nostro comportamento. Questo studio apre quindi la strada allo studio delle patologie del sistema nervoso centrale che compromettono la nostra volontà di muoverci, suggerendo la necessità di prestare attenzione ai particolari aspetti compromessi e risparmiati dalla malattia.