Pubblicato il primo studio scientifico sul confronto tra protesi e innesto di grasso nella mastoplastica additiva
È il professor Pietro Gentile, Professore Associato di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva presso l’Università Tor Vergata di Roma, chirurgo di fama internazionale per la Chirurgia Plastica Rigenerativa, ad aver pubblicato sul prestigioso “Journal of Clinical Medicine”, il primo studio scientifico sul confronto tra l’uso delle protesi e del proprio grasso nell’aumento di volume del seno. Lo studio intitolato “Breast Silicone Gel Implants versus Autologous Fat Grafting: Biomaterials and Bioactive Materials in Comparison” racconta come siano cambiate, negli ultimi 20 anni, le procedure chirurgiche di rimodellamento del seno con un graduale passaggio dall’uso di impianti protesici definitivi all’innesto di grasso autologo.
Il lavoro, uno studio scientifico caso-controllo, mira a confrontare i risultati del rimodellamento mammario ottenuti in un gruppo di donne trattate con protesi per la correzione dell’ipoplasia mammaria con quelli di un gruppo trattato con innesto di grasso – Lipofilling -, analizzando anche l’influenza delle deformità mammarie e toraciche nell’esito estetico. L’analisi pre e post-peratoria è stata eseguita con un’accurata valutazione clinica, fotografica e strumentale, quest’ultima basata su risonanza magnetica, mammografia ed ecografia.
I risultati: l’89% delle pazienti trattate con protesi mammarie ha mostrato ottimi risultati estetici dopo 1 anno rispetto alle pazienti trattate con tessuto adiposo, che hanno mostrato gli stessi risultati nel 64% dei casi. D’altro canto, però, la naturalezza dei risultati nel gruppo trattato con il Lipofilling era superiore a quella nel gruppo trattato con protesi. In ogni caso, sia le protesi che il lipofilling si sono dimostrati sicuri ed efficaci nella serie di casi trattati. Il lipofilling ha determinato risultati più naturali rispetto alle protesi, consentendo anche in maniera più efficace ed agevole il trattamento di deformità mammarie come il pectus excavatum, mentre le pazienti trattate con protesi hanno mostrato un risultato più evidente e duraturo nel tempo.