Pubblicati i risultati di fase 2b su Nirsevimab nella prevenzione del virus respiratorio sinciziale nei neonati
I risultati dello studio di Fase 2b su Nirsevimab somministrato ai neonati pretermine sani hanno dimostrato una riduzione significativa del bisogno di assistenza medica e delle ospedalizzazioni dovute alle infezioni del tratto respiratorio inferiore, principalmente bronchioliti e polmoniti, causate dall’RSV. I risultati che sono stati pubblicati su “New England Journal of Medicine” dimostrano per la prima volta che un anticorpo monoclonale a dose singola può proteggere i neonati per tutta la durata della stagione epidemica dell’RSV.
“Nirsevimab ha riportato risultati entusiasmanti. Sono dati che mettono in evidenza il potenziale di questo innovativo approccio nel proteggere dall’RSV tutti i neonati grazie ad una sola iniezione a copertura dell’intera stagione epidemica autunno-invernale”, ha affermato il Prof. Paolo Manzoni, autore dello studio, Direttore del Dipartimento Materno Infantile e della Struttura Complessa di Pediatria e Neonatologia presso l’Ospedale degli Infermi di Biella. “Nirsevimab riduce potenzialmente il numero di ricoveri ospedalieri, di interventi di pronto soccorso e di consulti medici che rappresentano un onere significativo per le famiglie e per i sistemi sanitari.”
Nirsevimab è un anticorpo monoclonale a lunga emivita per l’immunizzazione passiva dall’RSV.In pratica, l’anticorpo protettivo viene somministrato direttamente al bambino per aiutarlo a prevenire l’RSV.1 Nirsevimab potrebbe costituire un nuovo standard di prevenzione offrendo una forma di immunizzazione innovativa che fornisce a tutti i bambini una protezione immediata e sostenuta per tutta la loro prima stagione di esposizione al virus, vale a dire nel momento in cui sono maggiormente a rischio di infezione o complicanze. Si stima infatti che il 90% dei bambini sia destinato ad essere esposto all’infezione da virus respiratorio sinciziale prima dei due anni.
Come previsto dall’endpoint primario, Nirsevimab ha ottenuto una riduzione statisticamente significativa del 70,1% delle ospedalizzazioni causate da infezioni del tratto respiratorio inferiore da virus respiratorio sinciziale rispetto al placebo per 150 giorni dopo la somministrazione della dose. Nell’endpoint secondario, Nirsevimab ha ottenuto una riduzione relativa del 78,4% dell’incidenza dei ricoveri legati a infezioni del tratto respiratorio inferiore da virus respiratorio sinciziale rispetto al placebo per 150 giorni dopo la dose. Il profilo di sicurezza di Nirsevimab è risultato simile al placebo e non ha registrato reazioni di ipersensibilità significative.
“È incoraggiante vedere da questi dati che gravi complicazioni da virus respiratorio sinciziale possono essere ridotte in neonati prematuri sani”, ha affermato John Shiver, Vicepresidente senior per la ricerca e lo sviluppo globale, Sanofi Pasteur. “Fino all’80% dei bambini ricoverati in ospedale per virus respiratorio sinciziale sono per lo più sani senza complicazioni precedenti. Oggi questi bambini non hanno alcuna opzione preventiva registrata che possa proteggerli.”