Progetto ERMES: la realtà virtuale per il benessere delle persone fragili ricoverate
Combinare mindfulness, museoterapia e arteterapia con la realtà virtuale per promuovere il benessere psicofisico di persone fragili all’interno dei reparti ospedalieri: è il progetto ERMES – Virtual Reality to promote the well-being of vulnerable people within hospitals.
Finanziato dalla Regione Puglia, è nato dalla collaborazione tra l’Augmented and Virtual Reality Laboratory del Dipartimento di Ingegneria dell’innovazione dell’Università del Salento, la Clinica “Petrucciani” di Lecce e l’Asl Lecce.
ERMES utilizza la realtà virtuale per diminuire lo stato di stress che può insorgere nei pazienti durante il ricovero in ospedale, promuovendo così la salvaguardia della salute mentale delle persone più fragili.
La solitudine che si manifesta durante la degenza può rallentare la guarigione, portando fino alla manifestazione di patologie psicofisiche ma le nuove tecnologie offrono l’opportunità di rimanere fisicamente e socialmente attivi preservando la propria salute cognitiva ed emotiva.
Nell’ambito del progetto è stata sviluppata un’applicazione per il visore di realtà virtuale “Oculus Quest 2”, che comprende una serie di scenari virtuali immersivi e interattivi per svolgere diverse attività di tipo individuale e, in modo del tutto innovativo, di tipo “partecipato”.
I pazienti possono svolgere meditazione guidata in spazi aperti, visite in contesti culturali, e attività ludico-ricreative stimolanti dal punto di vista cognitivo ed emotivo, grazie a moduli basati sul principio della gamification, cioè la metodologia di insegnamento che usa il gioco per favorire il coinvolgimento della persona.
Il progetto pilota è stato ideato dal Direttore dell’AVR Lab, Lucio Tommaso De Paolis, e da Fabiana Nuccetelli, Responsabile dell’ambulatorio di Psicologia della salute e realtà virtuale in riabilitazione cognitiva della Casa di Cura “Petrucciani” di Lecce; la prima sperimentazione è avvenuta all’interno del reparto di Riabilitazione cardiologica della Clinica “Petrucciani”.
Per rilevare in modo oggettivo gli effetti sugli utenti e monitorare lo stato del progetto, sono stati applicati durante le attività alcuni biosensori non invasivi di registrazione del segnale neurofisiologico.
Nel corso della prima campagna sperimentale sono stati condotti test su 33 pazienti, sette dei quali hanno portato a termine la sperimentazione corredata dai sensori biometrici. Le prime analisi condotte sui dati psicometrici hanno evidenziano una diminuzione dei livelli di stress, depressione e ansia; quest’ipotesi sembra essere sostenuta anche dai segnali che arrivano dai sensori utilizzati.
Il progetto è versatile e potrebbe quindi essere utilmente impiegato in tutti i contesti nei quali si desidera intervenire sulla promozione del benessere psicofisico.