Il primo intervento a Brescia di impianto di un’innovativa valvola mitralica biologica è stato eseguito dal Dott. Giuseppe Coletti, Responsabile del  reparto di Cardiochirurgia sez. II dell’Istituto Clinico San Rocco, in un paziente di 64 anni che ha avuto un decorso regolare ed è stato dimesso dopo una breve permanenza nel reparto di riabilitazione. 

“La protesi valvolare mitralica è necessaria in caso di stenosi o insufficienza della valvola mitrale nativa non suscettibile di chirurgia ricostruttiva” – precisa il Dott. Coletti.

“Si tratta di una protesi valvolare cardiaca a 3 lembi fissati a degli stent e realizzata in tessuto pericardico bovino trattato in modo tale da ridurre l’accumulo di calcio sui lembi che porta alla degenerazione della stessa, per questo si chiama tessuto cosiddetto Resilia – spiega lo specialista -. Ha un trattamento per la conservazione innovativo capace di rallentare la degenerazione calcifica alla quale le bioprotesi tradizionali vanno incontro nel tempo”. 

Ha un anello di sutura a forma di sella che imita la forma asimmetrica della valvola mitrale nativa. Presenta una struttura in nitinol che le consente di ripiegarsi verso l’interno durante l’impianto. La valvola è visibile in fluoroscopia, ha un basso profilo in ventricolo sinistro e ciò facilita possibili futuri interventi transcatetere per i pazienti.

La valutazione finale sulla presa in carico di un determinato paziente spetta al medico e al paziente alla luce di tutte le circostanze presentate da quest’ultimo. Si consiglia l’uso di questa bioprotesi a chi presenta controindicazioni per la terapia anticoagulante, non può gestirla o, più semplicemente, non è desiderata per i disagi che tale terapia comporta.

Infatti questa nuova bioprotesi, che offre aspettative di durata nel tempo, apre la strada a impianti anche a pazienti più giovani che erano prima costretti all’impianto di una protesi valvolare meccanica con la conseguente terapia anticoagulante. Quest’ultima non è necessaria, invece, con questa innovativa valvola, ad eccezione dei primi 3 mesi. 

Ai pazienti sottoposti a impianto di questa nuova valvola biologica deve essere somministrata una terapia anticoagulante solo per 3 mesi e poi, se non ci sono aritmie, può continuare la sua vita senza alcuna terapia anticoagulante con i conseguenti vantaggi sulla qualità della vita.

È consigliato un follow-up medico scrupoloso e continuativo, grazie al quale diagnosticare precocemente e gestire eventuali complicanze relative alla valvola, in particolare quelle correlate al deterioramento del materiale biologico che in questa bioprotesi è molto lento nel tempo. 

I pazienti portatori di protesi valvolari sono a rischio di endocardite, cioè diinfezioni della valvola, quindi durante le procedure odontoiatriche o di endoscopia dovranno sottoporsi a profilassi antibiotica. 

Ai pazienti, oltre ad illustrare le avvertenze, le precauzioni, le controindicazioni, le misure da adottare e le limitazioni d’uso associate alla protesi valvolare, va consigliato di portare sempre con sé il resoconto operatorio e, quando si sottopongono a cure mediche, di informare i medici di essere portatori di un dispositivo valvolare impiantato. 

I dati recenti dello studio Commence sul cosiddetto tessuto Resiliadi questa valvola biologica hanno riportato risultati incoraggianti a 7 anni: bassi tassi di deterioramento strutturale della valvola; gradienti clinicamente stabili; assenza di reintervento. 

In aggiunta, lo studio su questo innovativo tessuto usato per questa valvola mitrale ha dimostrato un’emodinamica clinicamente stabile e l’assenza assoluta di deterioramento strutturale della protesi valvolare a 5 anni. Oltre alle sue proprietà anti-calcificazione, il tessuto di cui è rivestita consente di conservare le valvole in condizioni di confezionamento a secco anziché immerse in un liquido di conservazione, facilitandone l’uso.