La sanità dell’Emilia-Romagna sale sui due gradini più alti del podio in una competizione speciale, quella delle “Buone pratiche sull’Umanizzazione delle cure”. A classificarsi primo e secondo nella XIII edizione del Premio nazionale Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato “Andrea Alesini”, sono stati infatti due progetti di Piacenza e Modena, che la giuria ha giudicato i migliori tra i 257 provenienti da aziende sanitarie pubbliche e private ed associazioni di cittadini e pazienti di tutta Italia. La medaglia d’oro, dunque, va al progetto “Oncologia territoriale” del dipartimento Oncologia-Ematologia dell’Ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza; quella d’argento all’App “MyAUSL” dell’Area Reputation & Brand dell’Azienda Usl di Modena.
Seconda classificata la Ausl di Modena per l’app MyAUSL. Uno strumento smart a disposizione dei cittadini che permette, attraverso diverse chat tematiche, di entrare in contatto diretto con i professionisti dell’Azienda per garantire la continuità ininterrotta dei percorsi di assistenza, ma anche per segnalare eventuali difficoltà di accesso e presa in carico. Un servizio altamente personalizzato: MyAUSL consente infatti anche di scaricare referti, terapie anticoagulanti orali, segnalare mancate disdette di prenotazioni e rimanere costantemente aggiornati sui servizi erogati ai cittadini. L’app MyAUSL rappresenta un ulteriore tassello del progetto #apertouslmo per l’utilizzo di strumenti digital e social, che ha lo scopo di arricchire il numero di canali a disposizione della comunità e di innovare il modo di comunicare e dialogare con i cittadini.
A ricevere invece il primo premio è stato il dipartimento di Oncoematologia dell’Ausl di Piacenza. Il progetto scelto da Cittadinanzattiva riguarda la rete oncologica territoriale che porta i professionisti ospedalieri e le terapie vicino a casa del malato, sfruttando l’esistenza di tre ospedali periferici della rete provinciale.
Sul Piacentino è stato aperto anche un punto di cura oncologica in una Casa della salute della fascia collinare, a Bettola. Esso consente quindi ai malati e alle loro famiglie di non dover gravitare sul capoluogo, ma di poter usufruire della presenza di medici e infermieri dedicati a Bobbio, Castel San Giovanni e Fiorenzuola. Nei tre presidi ospedalieri si svolgono attività ambulatoriali e di day service, comprese chemioterapie e immunoterapia, nonché supporto e palliazione. Si possono eseguire anche importanti esami diagnostici come biopsie multi organo. Nella Casa della salute di Bettola il team oncologo-infermiere svolge un’analoga attività.Ma i riconoscimenti non finiscono qui, perché in un altro filone competitivo previsto dallo stesso Premio, “lotta al fumo di tabacco e promozione di stili di vita salutari”, sempre alla Regione Emilia-Romagna sono state attribuite due menzioni speciali: “Usa la testa per dire NO. Progetto di prevenzione contro fumo, alcol e droghe” dell’Associazione piacentina malato oncologico e “Scommetti che smetti? Concorso a premi per diventare non fumatori in provincia di Modena”, presentato dall’Area Reputation & Brand dell’Azienda Usl di Modena.
Per la categoria ‘Lotta al fumo di tabacco e promozione di stili di vita salutari’ è stato menzionato il progetto “Usa la testa per dire NO: progetto di prevenzione contro fumo, alcol e droghe” dell’Associazione piacentina malato oncologico, realizzato in collaborazione con l’Oncologia dell’Azienda Usl di Piacenza e rivolto alle classi quinte delle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti attraverso incontri interattivi con i professionisti del reparto.
Menzione speciale anche a”Scommetti che smetti?”, iniziativa promossa dall’Azienda Usl di Modena per contrastare la dipendenza dal fumo, che propone un percorso dedicato e operatori che accompagnano passo dopo passo il cittadino nell’abbandono delle sigarette, arricchita dalla collaborazione con numerosi partner del territorio che mettono in palio premi per chi smette di fumare. Un modo ludico e partecipato per scegliere uno stile di vita che preserva il capitale di salute.
Il Premio “Buone Pratiche sull’Umanizzazione delle cure Andrea Alesini” è stato istituito nel 1997 da Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del malato, in memoria di un medico e dirigente della sanità scomparso prematuramente, che ha rappresentato – sottolineano gli ideatori- una gestione delle organizzazioni sanitarie sempre dalla parte dei cittadini, attenta al dialogo e al rispetto dei diritti. L’obiettivo è quello di raccogliere le buone pratiche presenti sul territorio nazionale, diffonderle e renderle consultabili sia agli addetti ai lavori sia ai cittadini, e di creare una rete virtuosa di operatori sanitari che promuovano la trasformazione dei singoli progetti in esperienze consolidate e di sistema.