Il progetto, che a partire dal prossimo gennaio, nella sua fase sperimentale, vedrà coinvolte l’unità operativa di Neurologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso e il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Conegliano, viene presentato domani 25 novembre a Padova presso Palazzo della Fiera nella giornata di chiusura del XL° Congresso della Società italiana di neurologia, dal dott. Bruno Giometto, primario di Neurologia a Treviso.
L’ictus è oggi in Italia la terza causa di morte e la prima di disabilità: nella sola provincia di Treviso sono stati circa 1000 i casi di ictus nel 2008. A fronteggiare questi numeri è intervenuta la trombolisi, una terapia che, se somministrata entro un lasso di tempo di 3 ore dai primi sintomi dell’ictus, è in grado di portare a una riduzione significativa sia della mortalità che dell’invalidità per i pazienti che ne sono colpiti. Purtroppo però ad oggi riesce ad usufruirne soltanto il 2% dei pazienti, a causa sia dei tempi molto ridotti entro i quali è possibile applicarla che del ristretto numero di centri ospedalieri dotati della tecnologia e della professionalità adeguate. E’ per questa ragione che la Regione Veneto ha deciso, nell’ambito del progetto di telemedicina Health Optimum, di mutuare la tecnologia utilizzata nel teleconsulto neurochirurgico, ove si è riusciti ad abbattere l’80% degli spostamenti non necessari (sia in ambulanza che in elicottero), ad un altro campo clinico ove le tempistiche risultano decisive. La sperimentazione, che coinvolgerà gli ospedali di Treviso e Conegliano oltre alle strutture delle provincie di Verona e Vicenza, punta a consentire un numero di trattamenti trombolitici 5 volte maggiore rispetto a quanto avviene oggi, in armonia con quanto già accaduto in altri paesi come Germania, Stati Uniti e Canada.
“Grazie al teleconsulto neurologico – afferma Bruno Giometto – il Pronto Soccorso dell’ospedale cosiddetto periferico potrà trattare direttamente con trombolisi i pazienti colpiti da ictus. Una valutazione a distanza, attraverso lo scambio digitale di informazione e un sistema di videocamere, permetterà ai neurologi di Treviso e ai medici di Conegliano di definire la scala di gravità del paziente, decidendo quindi se sottoporlo o meno alla terapia, anche in centri che non erano abilitati al trattamento, moltiplicando così le occasioni di cura a tutto beneficio della popolazione”. L’analisi di questa sperimentazione, che coinvolge anche le provincie di Verona e Vicenza, consentirà di ampliare su tutto il territorio della regione la gestione a distanza dell’ictus, garantendo a tutti i cittadini di essere soccorsi con la migliore tecnologia disponibile oggi ovunque si trovino.