Janssen ha annunciato che il Comitato per i medicinali per uso umano ha espresso parere positivo per l’autorizzazione all’immissione in commercio di amivantamab per il trattamento di adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato caratterizzato da inserzione dell’esone 20 attivante di EGFR, dopo il fallimento di terapie a base di platino. Una volta approvato, amivantamab sarà il primo trattamento in assoluto nell’Unione Europea specificamente mirato alle mutazioni di EGFR da inserzione dell’esone 20 per il carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato EGFR-mutato.
“Questo gruppo di pazienti si trova spesso ad affrontare una prognosi sfavorevole, considerata l’assenza di opzioni terapeutiche mirate per questa specifica mutazione, e spesso arriva a non rispondere alle terapie esistenti utilizzate per trattare le mutazioni EGFR più comuni” ha commentato Catherine Taylor, Vice President, Medical Affairs Therapeutic Area Strategy, Europe, Middle East and Africa Janssen-Cilag AG. “La decisione del CHMP dimostra il riconoscimento del potenziale di amivantamab nel costituire una nuova opzione terapeutica efficace e tollerabile, oltre che necessaria, specificamente rivolta ai pazienti con diagnosi di NSCLC EGFR-mutato con inserzione dell’esone 20”.
Amivantamab è un anticorpo bispecifico EGFR e MET completamente umano con attività mediata da immunità cellulare che agisce sulle mutazioni attivanti e di resistenza di EGFR e sulle vie di attivazione di MET. La domanda di autorizzazione all’immissione in commercio europea si basa sui risultati dello studio di fase 1 CHRYSALIS, uno studio clinico multicentrico, in aperto, che valuta amivantamab come monoterapia in pazienti che siano già stati trattati con terapia a base di platino, e che ha già dimostrato la sua efficacia e un profilo di sicurezza generalmente ben tollerato. Una risposta confermata completa o parziale è stata osservata in 32 pazienti su 81, con un tasso di risposta complessivo del 40%, con una durata mediana della risposta di 11,1 mesi. La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 8,3 mesi e la sopravvivenza globale mediana nei pazienti trattati con amivantamab è stata di 22,8 mesi.
Gli eventi avversi più comuni sono stati prevalentemente di grado 1-2 e hanno incluso reazioni legate all’infusione, rash e paronichia. Il 16% dei pazienti ha avuto AE con grado ≥3. Le interruzioni sono state osservate nel 4% dei casi e le riduzioni della dose nel 18% dei pazienti. Non ci sono stati decessi legati al trattamento. Il 94% delle reazioni correlate all’infusione si è verificato con le prime infusioni e raramente ha influito sulla possibilità di continuare con i trattamenti successivi. I primi risultati dello studio CHRYSALIS riferiti alla popolazione con mutazione dell’inserzione dell’esone 20 dell’EGFR sono stati presentati all’American Society of Clinical Oncology 2020 Virtual Scientific Program, mentre risultati più aggiornati sono stati presentati alla IASLC World Conference on Lung Cancer 2020.
“Amivantamab ha il potenziale per rispondere alla necessità, ancora insoddisfatta, di avere un trattamento efficace per le persone con tumore polmonare non a piccole cellule con inserzione dell’esone 20 dell’EGFR”, ha dichiarato Peter Lebowitz, Global Therapeutic Area Head, Oncology, Janssen Research & Development. “In Janssen, siamo impegnati a fornire terapie innovative che hanno un impatto significativo in quei pazienti che hanno malattie ad oggi ancora incurabili. Crediamo che lo sviluppo farmaci che agiscono su specifici percorsi molecolari, come il nuovo bispecifico come amivantamab, possa portare maggiori benefici e migliorare i risultati per i pazienti con alterazioni tumorali, come quelli dell’EGFR e MET”.
L’opinione positiva del CHMP è uno degli ultimi passi prima della concessione dell’autorizzazione all’immissione in commercio da parte della Commissione Europea, che è prevista per la fine di quest’anno. La Food and Drug Administration statunitense ha approvato a maggio 2021 amivantamab per il trattamento di adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule localmente avanzato o metastatico con inserzione dell’esone 20 di EGFR, la cui malattia è progredita con o dopo chemioterapia a base di platino. Ulteriori richieste di approvazione sono state presentate e sono in fase di revisione anche da parte di altri enti normativi in tutto il mondo.