Ospedale di Rivoli: prima esperienza di telemedicina in Urologia
Dopo aver avviato una nuova tipologia di intervento in modo mini invasivo alla prostata con un ricovero di solo 24 ore, da oggi l’Urologia dell’Ospedale di Rivoli sarà in grado di utilizzare la telemedicina per monitorare le condizioni del paziente al proprio domicilio sin dalla prima giornata dopo la dimissione.
La telemedicina in ASLTO3 infatti inizia ad avere un ruolo decisivo. Questo dopo aver sperimentato con il Politecnico di Torino l’ECG-watch, i tablet multimediali al servizio della rete vulnologica, ed aver ormai consolidato il Servizio aziendale di Teleradiologia che consente di effettuare e trasmettere a distanza le immagini radiografiche di pazienti dal proprio domicilio ovvero ricoverati presso RSA. Oggi toccherà alla S.C. di Urologia che sperimenterà un nuovo sistema avanzato di Telemedicina, in grado di annullare la distanza tra l’ospedale e la casa del paziente e di tenerlo sotto costante controllo dopo l’intervento chirurgico anche presso la propria abitazione.
Questo avviene grazie al Sistema “eViSuS”, che si avvale di un Totem dotato di una telecamera e di un impianto audio che, una volta posizionato a casa del paziente, attraverso la rete Internet, permette di dialogare direttamente con il reparto di Urologia: in questo modo si attiva, tra il paziente dimesso e i suoi familiari e gli operatori dell’Urologia, un confronto che consente di visualizzarne in diretta lo stato di salute, nonché osservare da vicino il quadro clinico; la telecamera, poi, guidata dai sanitari in ospedale, è in grado di “zoommare” fino a zone di pochi millimetri sul corpo del paziente per una visione diretta sullo stato della ferita o di altri particolari necessari a monitorare il processo post operatorio e, quindi, controllare la performance generale del percorso di cura del paziente.
Il sistema pertanto, consentendo di far dialogare direttamente attraverso una modalità virtuale l’ospedale con la casa del paziente, permette a medici e infermieri di rilevare e controllare tutte le informazioni cliniche necessarie e fornire quindi da remoto tutte le indicazioni per assicurare l’assistenza domiciliare sia da parte dei familiari, sia di eventuali altri operatori sanitari.
Questo sistema è già stato sperimentato da alcuni anni in ambito nefrologico con ottimi risultati proprio per il monitoraggio a distanza dei pazienti dializzati dall’Ospedale di Alba.
L’utilizzo sperimentale di questa tecnologia presso l’Urologia dell’Ospedale di Rivoli, consentirà di mettere a punto un sistema specifico di telemedicina e teleassistenza del paziente chirurgico che si immagina potrà essere riproducibile in altre specialità chirurgiche, con gli enormi vantaggi conseguenti: impatto psicologico positivo, minor rischio di infezioni ospedaliere, minori costi. Si tenga conto che in questa prima fase la sperimentazione sarà a costo zero e se saranno dimostrati i vantaggi come previsto, sarà implementabile con un costo contenuto nell’ordine dei 15.000 euro.
Tutto questo, nel rispetto della privacy, poiché il paziente è adeguatamente informato e in grado di controllare autonomamente il funzionamento del sistema.
La telemedicina trova, quindi, un nuovo campo di applicazione, reso possibile dalla sinergia tra Urologi, Anestesisti, Comparto infermieristico ospedaliero e territoriale, sotto il segno della “mission” innovativa che anima l’ASL TO3.
“Sono particolarmente soddisfatto di questo risultato, da oggi operativo nella pratica quotidiana, frutto della collaborazione fra ASLTO3 ed il mondo dell’industria e della ricerca, grazie alla collaborazione sviluppata con il BioPark Industry di Colleretto Giacosa. La telemedicina si arricchisce di un nuovo ambito di applicazione, l’Urologia, ha sottolineato il Dott. Flavio Boraso – Direttore Generale ASLTO3 “abbiamo infatti voluto testare questo nuovo campo primi in Italia proprio per dare ai nostri cittadini una sanità 4.0, cioè la possibilità di essere “connessi” con i nostri operatori anche quando fuori dall’Ospedale. Infatti poter dimettere precocemente il paziente consente di migliorare il suo stato psico-fisico, velocizzando il suo ritorno alla normalità, ma mantenendo forte il regime clinico-assistenziale a distanza. La vision tecnologica che anima questo progetto, che spero possa a breve diventare istituzionale, è stata possibile grazie al lavoro e all’entusiasmo di molti operatori, che anche attraverso la loro multiprofessionalità hanno consentito di realizzare questo percorso virtuoso. E a tutti loro va il mio grazie”.