Ospedale di Cona: in Terapia Intensiva Universitaria una nuova macchina per la “circolazione extracorporea”
La Terapia Intensiva Universitaria dell’Ospedale di Cona è venuta di recente in possesso di un nuovo macchinario che permette di ossigenare artificialmente il sangue e consente ai pazienti con deficit respiratori di migliorare la funzionalità dei polmoni.
Il compito principale dei nostri polmoni è quello di garantire dei corretti scambi respiratori, il che vuol dire che attraverso di loro acquisiamo ossigeno ed eliminiamo l’anidride carbonica che fisiologicamente produciamo. Una delle conseguenze principali dell’incapacità dei polmoni a svolgere il loro compito è la difficoltà ad assumere ossigeno; situazione che, quando diviene molto grave, può mettere a rischio la vita dei pazienti. L’esemplificazione più recente di questo rilevante problema medico è rappresentata dall’insufficienza respiratoria dei pazienti con polmonite da COVID-19, la cui gravità è testimoniata dall’elevata mortalità associata. Tale gravissimo deficit di ossigenazione può essere gestito grazie ad un corretto uso nei reparti di Terapia Intensiva dell’apparecchio per la respirazione artificiale in grado di aiutare il paziente a respirare. Tuttavia esistono modalità complementari per la gestione dell’insufficienza respiratoria in grado di migliorare la ossigenazione dei pazienti e ciò grazie all’uso di un dispositivo in grado di ossigenare il sangue, facendolo passare attraverso una rete di capillari artificiali che sostituiscono la funzione polmonare. In altre parole, un po’ come succede con la dialisi, il sangue del paziente viene veicolato all’esterno ed inviato all’apparecchio per la circolazione extracorporea, per poi ritornare ossigenato al paziente stesso.
I benefici sono evidenti e rilevanti in quanto questa circolazione extracorporea permettere di raggiungere migliori livelli di ossigeno nel sangue. Per questo motivo la Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara si è prodigata per l’acquisizione della “macchina” per la circolazione extracorporea.
Lo sforzo organizzativo è stato sicuramente importante in quanto il personale medico ed infermieristico ha dovuto essere adeguatamente formato, in un momento così difficile come è quello attuale. L’entusiasmo per tale acquisizione ha permesso di superare moltissimi ostacoli e di rendere possibile questo ulteriore passo avanti nella qualità dell’assistenza del nostro ospedale.
“Preme sottolineare – mette in evidenza il prof. Carlo Alberto Volta, Direttore dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Universitaria e Vice Direttore del Dipartimento di Medicina Traslazionale e per la Romagna dell’Università di Ferrara – come tale apparecchiatura avrà un triplice scopo nel nostro Ospedale, in quanto, oltre alla gestione dell’insufficienza acuta refrattaria alle comuni terapie, avrà anche il compito fondamentale di garantire un supporto alle procedure della cardiologia e di rendere possibile l’attività di donazione d’organi a cuore fermo, con grandi vantaggi per i pazienti in attesa di trapianto”.