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ORPEA cambia marchio

Dopo 35 anni di attività cambia marchio il gruppo Orpea, attualmente presente in 20 Paesi con circa 1.000 strutture e oltre 76.000 dipendenti. Nasce emeis, che in greco antico significa noi.
L’idea che sta dietro al rebranding è sottolineare come il Gruppo, a livello globale, voglia puntare sull’unione e la compattezza per affrontare la sfida del secolo: la crescita esponenziale del numero di persone rese fragili dagli accadimenti della vita, dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle malattie mentali e neurodegenerative. emeis è un unico marchio che ingloba tutte le professioni assistenziali e per tutti i team in tutti i paesi in cui il Gruppo opera.
Per il nuovo logo è stata scelta l’immagine di due mani nel gesto di sostenere e proteggere, gesti fondamentali dell’assistenza. Il colore arancione simboleggia la vitalità e la luce in movimento.
Il nuovo nome – emeis – indica l’impegno i dipendenti, i pazienti, i residenti, gli altri beneficiari, le famiglie e le la collettività, altre parti coinvolte nell’assistenza e nei legami sociali.
Laurent Guillot, Amministratore Delegato, dichiara: “Con emeis apriamo un nuovo capitolo della nostra storia. Il nostro progetto aziendale è radicato negli impegni relativi alla responsabilità sociale e societaria che ci guida ogni giorno nella nostra attività in tutte le strutture. Prendendoci cura di tutte le persone fragili, ci impegniamo insieme a essere utili a supportare la nostra società a diventare più forte. emeis è un progetto collettivo che permette di dare una risposta concreta alle sfide sociali legate alla salute fisica e mentale e alla terza età”.
“In Italia – dichiara Alessandra Taveri, CEO della divisione italiana del Gruppo – la nostra strategia è proseguire e rafforzare l’attività di assistenza e cura delle nostre 26 strutture; rsa e cliniche di riabilitazione, che gestiamo sul territorio. L’impegno di emeis nostri è trasformare le case di riposo in luoghi di vita, veri e propri spazi aperti al territorio di appartenenza e alla comunità, in grado di offrire servizi personalizzati e potenziare i legami sociali dei residenti, anche al di fuori della struttura”.

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