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Operato al cuore un paziente già sottoposto 10 anni fa a un bypass coronarico e alla sostituzione dell’aorta ascendente

Un paziente di 72 anni proveniente da Foggia è stato operato nei giorni scorsi per un delicato intervento di Cardiochirurgia.

All’uomo, che si era già sottoposto 10 anni fa ad un intervento di by pass coronarico con sostituzione dell’aorta ascendente, era stata diagnosticata una rottura della stessa aorta ascendente (pseudoaneurisma) associata ad una insufficienza aortica severa. Si trattava di un paziente molto sintomatico, con affanno e alto rischio di morte improvvisa.

Per scongiurare un elevato rischio di morte operatoria, si è pensato di effettuare un intervento chirurgico con metodica mini-invasiva per ovviare alle difficoltà di riapertura del torace e relative alla protezione cerebrale e cardiaca. L’intervento ‒ realizzato nella sala operatoria ibrida, che consente di effettuare interventi con tecniche transcatetere e mini-invasive – è stato eseguito dai cardiochirurghi Mauro Cassese, Maurizio Braccio, Albino Vallabini e Paola Spatuzza, supportati dal cardioanestesista Francesco Greco e dalla cardiologa Rossella Alemanni.

Senza taglio chirurgico, unicamente con gli accessi vascolari di gambe e arto superiore, si è potuto quindi procedere ad un impianto endovascolare con endoprotesi in aorta ascendente per chiudere la rottura dell’aorta e posizionare, sempre tramite dei cateteri, una protesi valvolare aortica per eliminare l’insufficienza aortica.

L’intervento con la nuova metodica è durato all’incirca 3 ore, rispetto alle 10-14 ore della metodica tradizionale, permettendo di ridurre notevolmente i rischi operatori e di dimettere il paziente a 6 giorni dall’intervento. La Tac di controllo ad una settimana dalla dimissione ha confermato l’ottimo risultato operatorio.

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