È stato inaugurato, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità e ai Servizi Socio-Sanitari Manuela Lanzarin, il nuovo Acceleratore Lineare della Radioterapia dell’Ospedale San Bortolo di Vicenza.
Dotata di caratteristiche all’avanguardia, la nuova apparecchiatura va a sostituire un Acceleratore che era stato installato nel 2005 e naturalmente porta con sé tutta una serie di innovazioni, in linea con i progressi tecnologici compiuti dalla scienza medica in questo arco di tempo.
«Oggi presentiamo un investimento di grande rilievo – sottolinea la dott.ssa Maria Giuseppina Bonavina, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica -, non solo sul piano economico ma anche per l’impatto che potrà avere sulla qualità delle cure ai pazienti oncologici afferenti alla Radioterapia di Vicenza, che lo ricordiamo è la struttura di riferimento per la popolazione di tutta la provincia. Con questa apparecchiatura all’avanguardia garantiremo ai pazienti un livello qualitativo di assistenza ancora più elevato, rendendo il San Bortolo un ospedale a livello delle migliori realtà nazionali anche in questo ambito di specializzazione, estremamente delicato per la tipologia di pazienti e di patologie a cui è dedicato».
Il nuovo Acceleratore consente infatti l’impiego di tutte le più avanzate tecniche di radioterapia ad alta conformazione: IMRT e V-MAT. Non solo, grazie ad uno specifico software in dotazione, è possibile eseguire anche trattamenti stereotassici, ovvero dirigere il fascio di radiazioni con estrema precisione, regolandolo su tutte le dimensioni grazie ad uno speciale lettino in grado di eseguire movimenti sui 6 assi e garantire una precisione del fascio submillimetrica.
«Questo – spiega la dott.ssa Cristina Baiocchi, Direttore della Radioterapia di Vicenza – permette di somministrare ai pazienti dosi elevate di radiazioni con il massimo risparmio dei tessuti sani circostanti, dunque riusciamo a ottenere la massima efficacia nel controllo della malattia con la minima tossicità».
Al di là degli aspetti più strettamente clinici, questo si traduce anche in una migliore qualità di vita per i pazienti che devono sottoporsi al trattamento di radioterapia: «La possibilità di somministrare in sicurezza dosi elevate per singola frazione – spiega ancora la dott.ssa Baiocchi – ci consente di eseguire trattamenti iper ipo frazionati ovvero concentrati in un numero molto limitato di sedute. Non solo, la durata stessa delle sedute è molto inferiore rispetto al passato: sono sufficienti pochi minuti, e questo oltre a rendere meno impattante il trattamento è molto utile anche sul piano clinico perché riduce la possibilità di danni quando il fascio di radiazioni è indirizzato in sedi limitrofe ad organi che si muovono autonomamente nel tempo».
Sempre per garantire la massima precisione del trattamento, il nuovo Acceleratore è dotato anche di un’altra tecnologia all’avanguardia, la Image-guided radiation therapy (IGRT), che consente di eseguire delle immagini di controllo in corso di trattamento, per verificare la corretta posizione del paziente e quindi dell’organo-bersaglio.
Oltre all’Acceleratore l’ULSS 8 Berica ha acquistato il sistema Surface Guided Radiation Therapy (SGRT), che permette di controllare la posizione dei pazienti tramite sistemi ottici, monitorando anche la loro escursione respiratoria. Una tecnologia che consente, ad esempio, di minimizzare il rischio di danni al cuore nei casi di radioterapia per curare neoplasie alla mammella sinistra.
Il tutto per un investimento complessivo di circa 2 milioni di euro, finanziato tramite I fondi PNRR.
Va sottolineato inoltre che il nuovo Acceleratore si affianca ad altre due apparecchiature, una installata nell’aprile del 2020 e una risalente al 2011 ma aggiornata proprio lo scorso anno, rendendo così la Radioterapia di Vicenza una struttura all’avanguardia: «Con l’arrivo del nuovo Acceleratore – sottolinea la dott.ssa Baiocchi – la Radioterapia di Vicenza diventa una struttura in grado di eseguite tutte le tecniche in questo momento più avanzate, potendo contare su apparecchiature tutte di ultima generazione. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare la Direzione per avere creduto nel progetto e tutto il personale del reparto per l’impegno messo in campo in questi mesi: il vecchio Acceleratore è stato infatti disinstallato già in marzo, dunque in questo mesi abbiamo operato su due machine anziché su tre, garantendo comunque i volumi di prestazione, e questo grazie proprio al grande impegno di tutti».
Un contributo importante è stato assicurato anche dalla Fisica Sanitaria: prima della effettiva messa in funzione, il nuovo Acceleratore deve infatti essere oggetto di un approfondito lavoro di “messa a punto”, in particolare per quanto riguarda la dosimetria.
Ogni anno la Radioterapia di Vicenza prende in cura circa 1500 nuovi pazienti ed eroga un totale di 2000 trattamenti con le varie tecniche disponibili. Di questi circa il 60% sono pazienti affetti da neoplasia mammaria o prostatica, ma tante altre patologie oncologiche vengono valutate e trattate, sia a scopo pre e post chirurgico, sia a scopo radicale che con intento palliativo.