L’Azienda USL di Modena innalza ancora di più il livello dell’offerta di prevenzione e cura delle patologie tiroidee grazie alla donazione di nuove strumentazioni tecnologiche all’avanguardia. Si tratta di un ecografo di ultima generazione e, soprattutto, di un echolaser, donati all’AUSL per l’Unità operativa di Endocrinologia dell’Ospedale di Carpi dall’Associazione pazienti tiroidei – Apt Onlus di Carpi, che ha promosso una raccolta fondi sul territorio. Con l’acquisizione delle apparecchiature la struttura, diretta dal professor Giampaolo Papi, diventa l’unica a livello regionale nel Servizio pubblico a eseguire la termoablazione laser, una tecnica micro-invasiva che trova indicazione soprattutto nei pazienti ad elevato rischio operatorio e che consente di intervenire sui noduli tiroidei “benigni” senza dover ricorrere all’intervento chirurgico in anestesia generale. Si evita così l’asportazione della tiroide e la conseguente necessità di assumere la terapia ormonale sostitutiva per tutta la vita. Con la nuova tecnica è possibile operare in regime di Day surgery sui singoli noduli, con grandi vantaggi per il paziente, che non solo evita il ricovero ordinario, ma vede anche ridotta la durata della convalescenza e l’assunzione di farmaci.

I noduli della ghiandola tiroide sono frequenti nella popolazione, arrivando a colpire circa il 50% dei cittadini residenti nella provincia di Modena. Quando raggiungono dimensioni rilevanti possono causare disturbi della deglutizione e della respirazione per gli effetti compressivi su esofago e trachea. Possono essere ridotti di volume grazie alla tecnica LTA, che si basa sulla somministrazione di energia laser che, producendo calore, causa necrosi coagulativa all’interno del nodulo, riducendone il volume. La procedura viene eseguita, ormai da alcuni anni, in Nord America, Europa e, anche in centri specializzati in Italia. E da oggi anche a Carpi, grazie alla generosità del volontariato. L’efficacia della LTA è basata su evidenze scientifiche; la procedura è stata inserita nelle ultime linee guida delle maggiori società internazionali. Si tratta di una procedura sicura – non si sono mai registrati né complicanze gravi né, tantomeno, decessi – e di basso impatto economico per il Sistema sanitario. Non lascia cicatrice residua e il paziente può recarsi al lavoro già a partire dal giorno successivo all’intervento.