I dati indicano che l’età del primo utilizzo si sta abbassando, e che cresce l’accesso da smartphone, cellulari e altri dispositivi mobili, senza la supervisione di un adulto. Obiettivo del report è di fornire ai decisori politici indicazioni utili per educare i ragazzi a un uso sicuro della rete e proteggerli dai rischi dell’on line.
L’Italia viene classificata come paese “a basso uso e a basso rischio”: se è vero che l’esposizione ai rischi di Internet è fra le più basse in Europa, questo risultato non è il prodotto di politiche di riduzione dei rischi on line. Infatti, per quanto riguarda l’alfabetizzazione digitale e il possesso di specifiche competenze che garantiscono maggiore sicurezza nella navigazione, i ragazzi italiani sono agli ultimi posti in Europa.
I più vulnerabili ai rischi della rete sono i ragazzi più piccoli, che usano Internet per un numero limitato di attività e acquisendo basse competenze. Per questo, politiche nazionali orientate a limitare l’esposizione dei rischi on line sono oltremodo dannose, e rischiano di acuire il divario digitale. Piuttosto, si argomenta nella ricerca, è utile promuovere usi positivi della rete e fornire ai ragazzi le conoscenze e gli strumenti necessari per affrontarne i rischi.
Nonostante l’accesso a Internet nelle scuole italiane sia il più basso fra quelli registrati dalla ricerca, mentre l’accesso dalla propria camera è superiore alla media europea (62 contro 49 per cento), il contesto scolastico continua a rappresentare il luogo ideale per educare a un uso responsabile e consapevole di Internet. Pertanto, suggerisce EU Kids on line, la “media education” deve diventare una priorità dei percorsi formativi della scuola italiana.
E, a proposito dei rischi online, le notizie allarmistiche e una certa dose di confusione hanno contribuito a creare un clima di ansietà intorno all’uso delle nuove tecnologie da parte dei minori, che non ha nessun fondamento empirico. Lo scenario che emerge dalla ricerca dovrebbe spingere le scuole, i genitori, i governi, la società civile, le imprese e gli stessi ragazzi a lavorare insieme per bilanciare opportunità e rischi offerti dalle nuove tecnologie.
La ricerca fornisce evidenze empiriche che sostengono questo sforzo come prioritario e anche raccomandazioni per lo sviluppo di politiche di promozione della sicurezza in rete.