Addio allo stereotipo degli anziani in difficoltà con la tecnologia… gli over 65 sono molto più “smart” di quanto pensiamo. In occasione della Festa dei Nonni, che cade il 2 ottobre, Top Doctors ha sondato abitudini e comportamenti degli “over” in materia di digitale.
Stando a quanto emerge dalla ricerca, ben 6 nonni su 10 possiedono uno smartphone: il 42% addirittura non può più farne a meno, mentre solo il 19%, nonostante abbia un telefono di ultima generazione, lo utilizza solo per chiamare o al massimo inviare messaggi. Resiste ancora un 39% con la cornetta del telefono fisso o al massimo con un telefono analogico.
Quali sono le piattaforme più apprezzate dalla terza età? È quasi pari merito tra WhatsApp e Facebook: i nonni sembrano essere tra i fan più accaniti dei propri nipoti, 2 su 5 non manca di mettere like o commentare i post dei propri ragazzi.
Ma anche Youtube sta iniziando a conquistare una sua fetta di pubblico, probabilmente grazie a tutorial e ricette. Instagram invece resta al palo: solo un misero 3% di nonni sembra essersi appassionato alla fotografia.
Quanto utilizzano internet gli “over” e per cosa lo fanno principalmente? Il 43% usa la connessione per restare in contatto con amici e parenti, soprattutto con i più giovani, che alle telefonate preferiscono WhatsApp e simili; mentre il 20% per fare ricerche e informarsi su argomenti di proprio interesse. Il 37% degli interpellati dichiara di navigare poco o per niente.
Si parla molto, infine, dell’impatto negativo che il progresso tecnologico ha avuto sulle relazioni interpersonali. Stando alla ricerca, però, a sorpresa, chi davvero ha vissuto l’era pre-internet non la pensa affatto così. Per il 64% degli anziani intervistati, infatti, la tecnologia può in qualche modo avere un impatto positivo sulle relazioni tra le persone: il 20% ne è assolutamente convinto, perché ci permette di restare in contatto anche se lontani; mentre il 44% è d’accordo in parte, perché purtroppo spesso le persone non ne fanno buon uso. Solo il 36%, rifacendosi al motto del “si stava meglio quando si stava peggio”, è convinto che la tecnologia ci distragga e allontani.
“Il tema è complesso, ma possiamo partire da una costatazione: oggi l’anziano è un ‘anziano giovane’. A 65 anni ancora in fase produttiva, spesso non soffre la difficoltà di adattarsi al mondo digitale, banalmente perché lo utilizza anche nel lavoro; salendo su di età, scavalcando magari i 75 anni, il discorso cambia” ha commentato la dott.ssa Paola Lausdei, psicologa di Top Toctors. “La differenza sostanziale tra anziani e giovani nell’uso dei social e nella capacità individuale di intrattenere buone relazioni tra le persone, è da attribuirsi al fatto che gli over hanno sperimentato la comunicazione come processo di interazione reale, non mediata da un mezzo di comunicazione digitale ed abbiano poi scientemente utilizzato lo strumento elettronico per mantenere vivi i rapporti anche a distanza. I giovani nati nell’era digitale, comunicano tra loro prevalentemente attraverso uno smartphone o un pc, limitando talvolta all’interazione scolastica quel rapporto vis a vis che è fondamentale in una società. Da questo derivano una serie di criticità relative alle abilità più elementari di comunicazione e di presentazione di sé proprie di un essere sociale come l’uomo”.