Nasce nell’Azienda ospedaliero universitaria pisana, nell’Unità operativa di Andrologia diretta dalla dottoressa Antonella Bertozzi, il Centro di coordinamento regionale per la salute riproduttiva maschile e il deficit erettivo. Lo istituisce una delibera presentata dall’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta. Il Centro affronterà in maniera sistematica e multidisciplinare il problema dell’infertilità maschile e del deficit erettivo, sotto il profilo sia della prevenzione che delle terapie.
Negli ultimi anni in Italia la prevenzione e la diagnosi precoce in ambito andrologico si sono molto ridotte, e questo ha favorito l’aumento di patologie altrimenti semplici da gestire, se diagnosticate precocemente. Ciò è accaduto in particolare dopo la scomparsa della visita di leva, che di fatto ha eliminato l’unica forma di screening su vasta scala delle maggiori patologie andrologiche della popolazione giovanile. Questo ha comportato un aumento di malattie andrologiche non diagnosticate, che rimangono tali fino all’età adulta, quando frequentemente diventano incurabili, o, se una cura esiste, questa è complessa per il paziente e costosa per il servizio sanitario.
L’infertilità interessa più del 10% della popolazione maschile, con una prevalenza crescente, fino a farla considerare dall’Organizzazione mondiale della sanità una malattia sociale. Secondo l’Istat, in Italia il 20% delle coppie in età fertile ha problemi a ottenere una gravidanza: nel 50% delle coppie la causa dell’infertilità e maschile, e in un altro 40% è presente una concausa maschile. Molte delle patologie che causano l’infertilità maschile sono presenti fin dall’età pediatrica o comunque dalla pubertà, ma vengono diagnosticate tardivamente.
Le cause dell’infertilità maschile sono molteplici: endocrinologiche, genetiche, autoimmunitarie, infezioni, malattie a trasmissione sessuale, ostruzione delle vie seminali, ecc. A queste, si aggiungono fattori di rischio con evidenza ancora limitata: esposizione a fattori tossici ambientali, fumo, abuso di droghe e alcol, età, aumento della temperatura scrotale, ecc.
Il ricorso a inseminazioni intrauterine, all’iniezione intracitoplasmatica o alla fecondazione tipo Fivet consente spesso di raggiungere la gravidanza anche senza intervenire in maniera mirata sulla diagnosi e sul trattamento del fattore maschile.
Un altro elemento da considerare è il rischio di sviluppare una malattia neoplasticaantonella bertozzi.gif, che nel maschio infertile è circa triplo rispetto alla popolazione generale. L’incidenza delle neoplasie testicolari è più che raddoppiata negli anni dal 1975 al 2010, ed è di fondamentale importanza la diagnostica precoce dei tumori testicolari, oltre il 75% delle neoplasie testicolari viene infatti diagnosticata tra i 20 e i 44 anni, spesso tardivamente. Nella pratica ambulatoriale quotidiana, le cause più frequenti di infertilità maschile e – quindi – di coppia sono sostenute dalle prostato vescicoliti che configurano spesso quadri di malattie sessualmente trasmesse, dal varicocele, dal testicolo mobile, dalla diminuzione del testosterone, dalla sindrome metabolica correlata e, in percentuale più elevata rispetto a quella che si potrebbe pensare, dal deficit erettivo. E’ importante sottolineare,infatti, come molte delle cause alla base dell’infertilità siano anche causa di deficit erettivo che è aumentato in maniera statisticamente significativa tale da configurare anch’esso una malattia sociale proprio nella fascia di età giovane come si evince dalla bibliografia e dai riscontri clinici delle strutture che si occupano di andrologia. Alla base dell’incremento delle due patologie, infertilità e deficit erettivo,modificazioni socio culturali, ambientali, alimentari e. soprattutto, comportamentali. Basti pensare, per esempio, all’utilizzo dello “spinello”, il tetraidrocannabinolo THC, usato secondo il Dipartimento delle Politiche Antidroga, rilevamento 2013-2014 dal 22,5% della popolazione scolastica fra i 15 e i 19 anni. L THC altera completamente i sistemi di controllo della fertilità, del testosterone, dell’erezione. L’erezione viene alterata tramite disfunzionalità dell’endotelio, rappresentato in 400 metri quadri nell’organismo, dai corpi cavernosi del pene al cuore al sistema nervoso centrale. Infatti il deficit erettivo precede di 4 anni circa la patologia cardiovascolare. Si deduce allora come la prevenzione, la diagnosi precoce e la adeguata terapia del deficit erettivo e dell’infertilità permetta il mantenimento non solo della qualità ma dell’aspettativa di vita correlato e il contenimento della spesa socio sanitaria. Ecco quindi l’importanza del Centro di coordinamento regionale per la prevenzione dell’infertilità maschile e del defit erettivo.
L’incidenza di anomalie genetiche è di 10 volte superiore a quella della popolazione generale e occorre tenere conto del fatto che molte condizioni di patologie dell’apparato riproduttivo maschile sono sistemiche e investono altri organi e apparati.
Per salvaguardare la salute riproduttiva dei giovani uomini assume un ruolo fondamentale la collaborazione tra il pediatra di famiglia, il medico di medicina generale e gli specialisti con competenza in materia. Da qui la necessità di affrontare in maniera sistematica il problema dell’infertilità maschile, assicurando un coordinamento regionale tra i diversi servizi coinvolti.
Il Centro regionale è lo strumento per promuovere la realizzazione di un approccio integrato alla salvaguardia e alla cura della salute riproduttiva dell’uomo all’interno delle strutture sanitarie regionali. In base alla presenza delle competenze necessarie per realizzare al meglio gli obiettivi stabiliti, è stata individuata come sede del Centro l’unità operativa di andrologia dell’azienda ospedaliero universitaria pisana.
Compiti del Centro, coordinare e garantire efficace collaborazione e costante confronto tra i diversi servizi coinvolti nella prevenzione e cura dell’infertilità maschile e del deficit erettivo; e migliorare la comunicazione nei confronti della popolazione, soprattutto quella giovanile, per una corretta percezione del rischio e l’adozione di comportamenti corretti per la prevenzione dell’infertilità.