L’arresto cardiaco extra-ospedaliero rappresenta una delle principali cause di mortalità e disabilità in Italia, con circa 60mila casi all’anno. Nell’Area Metropolitana di Milano, in media, 8 persone al giorno sono colpite da un arresto cardiaco.

Per questo motivo, all’interno dell’Unità di Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva Cardio-toraco-vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, diretta dal prof. Alberto Zangrillo, è stato attivato un Cardiac Arrest Center, centro specializzato nell’arresto cardiaco la cui attività si fonda su 3 punti di forza: cura, ricerca e sviluppo. 

Le principali società scientifiche europee raccomandano l’implementazione dei Cardiac Arrest Center come strategia per migliorare la sopravvivenza dopo un arresto cardiaco. Gli esperti, infatti, raccomandano che i pazienti siano preferibilmente trasportati presso uno di questi centri per ricevere le cure più efficaci. 

I Cardiac Arrest Center sono dotati di competenze specifiche, tecnologie avanzate e un’organizzazione dedicata, oltre a team altamente specializzati, in grado di offrire trattamenti all’avanguardia per i pazienti colpiti da arresto cardiaco. 

L’IRCCS Ospedale San Raffaele è riconosciuto, dalla Regione Lombardia, come Centro di Riferimento di 3° livello per la gestione dello shock cardiogeno e dell’arresto cardiaco refrattario.

Dal 2013, anno in cui è nata la rete metropolitana milanese dell’arresto cardiaco refrattario, l’Ospedale ha trattato oltre 400 pazienti con l’ECMO, un sistema che consente di sostituire la funzionalità di cuore e polmoni, diventando il centro con la maggior esperienza in Italia e tra i centri con il più alto volume in Europa.

“L’istituzione del Cardiac Arrest Center rappresenta un traguardo fondamentale nella nostra missione di offrire cure avanzate e di alta qualità ai pazienti colpiti da arresto cardiaco. 

Questo centro, frutto di oltre 10 anni di lavoro da parte del nostro gruppo, consolida ulteriormente il ruolo del San Raffaele al servizio del sistema sanitario pubblico. Siamo orgogliosi di poter fornire alla comunità milanese un servizio di tale calibro”, dichiara il Prof. Alberto Zangrillo, direttore dell’Unità di Anestesia e Rianimazione Cardio-Toraco-Vascolare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Anestesia e Rianimazione dell’Università Vita-Salute San Raffaele.

Nell’ultimo anno, il servizio di emergenza-urgenza ha trasportato oltre 100 pazienti colpiti da arresto cardiaco al nostro Ospedale. Inserito nella rete dell’emergenza-urgenza dell’Area Metropolitana di Milano, l’Ospedale offre quotidianamente: almeno 2 posti letto di terapia intensiva; un percorso dedicato che garantisce l’accesso diretto a un’unità di terapia intensiva ad alta tecnologia, con personale altamente specializzato.

“La nostra struttura è progettata per offrire un approccio integrato e completo, che include non solo il trattamento immediato dell’arresto cardiaco, ma anche un supporto durante l’intero percorso di recupero del paziente dal punto di vista cardiologico e neurologico. L’attività del Cardiac Arrest Center si svolge all’interno di un’area critica multidisciplinare che combina le competenze cardiologiche, rianimatorie, neurologiche e riabilitative. 

Grazie a percorsi diagnostico-terapeutici specifici, siamo in grado di accompagnare il paziente dalla fase acuta post-rianimatoria, attraverso la valutazione prognostica, fino alla riabilitazione e al follow-up”, afferma la dott.ssa Anna Mara Scandroglio, responsabile dell’Area Unica di Terapia Intensiva Cardiologica e Cardiochirurgica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.

Tra gli obiettivi del Cardiac Arrest Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele non c’è solo quello di fornire cure di alta qualità ai pazienti colpiti da arresto cardiaco, ma anche la ricerca scientifica e lo sviluppo di nuove tecnologie volte a migliorare la cura di questi pazienti.

“Il nostro gruppo è attualmente impegnato in numerosi progetti di ricerca e innovazione tecnologica, con l’obiettivo di: prevenire l’arresto cardiaco; facilitare la rianimazione cardiopolmonare e l’uso del defibrillatore prima dell’arrivo dei soccorsi; perfezionare la rianimazione avanzata attraverso studi clinici e traslazionali; impiegare approcci di intelligenza artificiale e medicina personalizzata. 

Tutto questo porterà nei prossimi anni a nuove scoperte capaci di migliorare la cura di questi pazienti”, spiega il dott. Tommaso Scquizzato, responsabile delle attività di ricerca e innovazione sull’arresto cardiaco dell’Università Vita-Salute San Raffaele e IRCCS Ospedale San Raffaele.

L’IRCCS Ospedale San Raffaele organizza, inoltre, corsi di formazione e campagne di sensibilizzazione dedicate all’arresto cardiaco, con lo scopo di migliorare la conoscenza e la formazione dei cittadini alla rianimazione cardiopolmonare e all’uso del defibrillatore. 

È fondamentale che chiunque sia in grado di riconoscere un arresto cardiaco possa intervenire tempestivamente. Inoltre, è importante agire immediatamente chiamando i soccorsi e iniziare la rianimazione cardiopolmonare comprimendo forte, veloce e senza interruzioni al centro del torace con le braccia tese.