La digitalizzazione dei servizi sanitari ha rivelato tutta la propria strategicità nel corso dell’emergenza pandemica iniziata nel 2020. Se fino ad allora i termini Telemedicina e più in generale Sanità digitale erano stati usati per iniziative saltuarie o comunque per progettualità di singole realtà aziendali o regionali, oggi questi elementi diventano irrinunciabili per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale e per una adeguata offerta di servizi ai cittadini. Questo è confermato anche dalla prospettiva delineata dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, documento programmatico che indica come priorità la digitalizzazione e la territorializzazione delle cure.

Per accompagnare questa rivoluzione ed elaborare un contributo di reale fattibilità da condividere a livello nazionale con le istituzioni, è nato “DiCo Sanità”, network di digitalizzazione collaborativa in sanità, promosso da Bayer Italia, assieme a Telos Management Consulting e a SICS – Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria -, con il patrocinio di importanti associazioni di categoria del management in sanità e di farmacisti ospedalieri.

Negli ultimi anni, Bayer ha affiancato aziende sanitarie su tutto il territorio nazionale per reingegnerizzare i percorsi di cura e facilitare l’organizzazione a beneficio del lavoro degli operatori, della cura dei pazienti e di una migliore gestione delle complessità aziendali. 

“A questo scopo abbiamo creato – dichiara Patrizia Ponzi – Patient Access Head di Bayer Italia –, un team aziendale con specifiche competenze per affiancare le istituzioni in questo tipo di processi decisionali, con l’intento di favorire sinergie tra soggetti pubblici e privati per una sanità sempre più a portata del cittadino”. 

Ad esempio, nell’area oftalmologica, Bayer ha supportato diverse realtà sanitarie nello standardizzare il percorso di cura, limitando il numero di accessi in ospedale. Nell’area cardiovascolare, l’azienda ha lavorato al fianco delle strutture per garantire una maggiore integrazione ospedale-territorio, anche grazie all’utilizzo della telemedicina, in un approccio sinergico con la medicina generale nella presa in carico del paziente. Per il paziente emofilico, inoltre, è stato strutturato un nuovo percorso per un migliore accesso alle cure, con servizi di televisita specialistica.

DiCo Sanità ha, quindi, riunito un Board Scientifico di esperti per definire le priorità di sistema imprescindibili per un’efficace implementazione della Sanità Digitale nel nostro Paese, confermando l’impegno organizzativo, economico e finanziario previsto dal PNRR.
Nelle prossime fasi dell’attività, sarà fatta una ricognizione su tutto il territorio nazionale, da un lato degli eventuali gap rispetto a questi temi, dall’altro delle esperienze digitali già in essere. Sulla base dei risultati, il Board definirà delle raccomandazioni per supportare la trasformazione in ottica collaborativa. 

L’obiettivo finale è presentare e discutere un documento con le istituzioni nazionali e regionali, con lo scopo di fornire evidenze sulla reale situazione della digitalizzazione dei servizi sanitari, nonché indicazioni di programma per il futuro prossimo.

Tra i temi affrontati dal gruppo di lavoro ci sarà anche il ruolo svolto dai Big Data e dall’Intelligenza Artificiale per una medicina predittiva e personalizzata.

Per questa ragione, nell’avvio del progetto il Board si è avvalso della collaborazione straordinaria di Enrico Santus, esperto di Intelligenza Artificiale, attualmente Head of Human Computation presso Bloomberg LP negli Stati Uniti, che ha ricoperto il ruolo di ricercatore al MIT di Boston e che ha diretto progetti per diverse aziende e istituzioni, inclusa Microsoft e la Casa Bianca, già Senior Lead Data Scientist di Bayer in USA. “Sono felice avere contribuito alla nascita di DiCo Sanità perché il PNRR è un’enorme opportunità per l’Italia che dal punto di vista della digitalizzazione può sfruttare – a suo vantaggio – l’esperienza di paesi partiti prima, come ad esempio gli Stati Uniti”, aggiunge Santus.

“Con questo progetto Bayer conferma il proprio impegno nel facilitare la trasformazione digitale in Sanità che oramai rappresenta anche un tema di natura culturale. Da ricordare però che la digitalizzazione dei processi e dell’organizzazione non è l’obiettivo ultimo ma uno strumento per affrontare un cambio di modello di cura e per sfruttare le opportunità che si stanno presentando”, conclude la Ponzi.