Dopo un follow-up di sei anni, i risultati dello studio clinico più lungo mai condotto su una lente da vista per la gestione della miopia dimostrano l’efficacia della tecnologia D.I.M.S. e confermano l’assenza dell’effetto rebound.
Oggi la miopia è sempre più diffusa, tanto da parlare di “epidemia di miopia”: il 28% della popolazionemondiale ha undifettosuperiore alle -0,50 diottrie e nel 2050 sistima che questo problema riguarderà circa 5 miliardi di persone, metà della popolazione globale. In Italia la miopia colpisce 15 milioni di adulti e circa un milione e mezzo tra bambini e adolescenti, in particolare tra gli 8 e i 13 anni, fascia di età in cui il tasso annuale di crescita è più rapido.
Se in passato si dava per scontato che la miopia fosse geneticamente determinata,quindi non vi si potesse intervenire, oggi la ricerca scientifica evidenzia la corresponsabilità dei nuovi stili di vita e delle cause ambientali. Tra questi fattori troviamo in primis l’uso intensivo della tecnologia, che, soprattutto nelle nuove generazioni, causa un’attività visiva sempre più “da vicino” e prolungata davanti agli schermi di tv, tablet e smartphone. Un altro fattore di rischio è il minor tempo trascorso all’aria aperta con una conseguente riduzione della produzione di dopamina, sostanza che, con l’esposizione alla luce solare, è capace di rallentare la progressione miopica.
Buone notizie per tutti i giovanimiopi:uno studio clinico di due anni, giunto al sesto anno di follow-up, primo nel suo genere, conferma l’efficacia delle lenticon tecnologia D.I.M.S. nella correzione della miopia e nella riduzione della progressione della stessa nei ragazzi tra gli 8 e i 13 anni.
Un importante traguardo in ambito scientifico è stato raggiunto grazie alla collaborazione tra i ricercatori dell’Hong Kong Polytechnic University e Hoya. Il nuovo studio clinico di follow-up è stato condotto in Asiasu un gruppo di 90 bambini e presentato al Congresso ARVO 2022 – Association for Research in Vision &Ophthalmology. Il lavoro ha esaminato la progressione della miopia nei bambini portatori delle lenti con defocus periferico e ha evidenziato l’assenza di effetto rebound che sta aindicare un possibile e/o improvviso aggravarsi o accentuarsi dei sintomi della miopia se l’uso delle stesse viene interrotto.
I riscontri di questa ricerca provano quindi che è importante intervenire il prima possibile con l’adozione di soluzioni specifiche, essenziali per il trattamento della miopia e per la riduzione della sua progressione.
“I risultati di questo follow-up sono incoraggianti. Avere un’arma in più per combattere la miopia ed evitare che raggiunga valori elevati può scongiurare l’insorgenza di patologie serie a cui spesso è associata e attenuare le ripercussioni sempre più importanti che la miopia ha sul sistema socio-sanitario”, afferma il Professor Paolo Nucci, Ordinario di Oftalmologia all’Università Statale di Milano.